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Gitbar Italian developer podcast

Conversazioni sullo sviluppo software fatte davanti a una birra.

copertina episodio

Carbon footprint con Lorenzo Pieri (404answernotfound)

Stagione 3 Episodio 139 Durata 01:37:46

Anche questa settimana super puntata, più che un episodio un carico di responsabilità. Abbiamo parlato di impatto ambientale con Lorenzo Pieri… e alla fine dell’episodio ci siamo sentiti sempre più in colpa.

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Crediti

Le sigle sono state prodotte da MondoComputazionale
Le musiche da Blan Kytt - RSPN
Sweet Lullaby by Agnese Valmaggia
Monkeys Spinning Monkeys by Kevin MacLeod

Trascrizione

Bene e benvenuti su Geekbar, nuova settimana e nuovo episodio qua nel bar degli sviluppatori.

Le birre sono sui tavoli, ahimè io sto andando ad acqua e me ne vergogno, mi autofustigerò per questo più tardi, ma insomma bisogna pur disintossicarsi prima delle vacanze natalizie, per cui andiamo ad acqua e a Water Drop, che era il mio balotto l'altro giorno, non siamo sponsorizzati da Water Drop, quindi happola a parte se la chiude subito.

Detto questo io direi che non ho granche altre cose, o tante altre cose da dirvi, per cui a questo punto io direi che possiamo iniziare.

Benvenuti su Geekbar, il podcast dedicato al mondo dei full stack developer, i mezzo artigiani, i mezzo artisti, che ogni giorno infilano le mani nel fango per creare nel modo più efficiente possibile quei prodotti digitali che quotidianamente usiamo.

Anche questa settimana abbiamo un ospite qua dietro ai microfoni di Geekbar, però un ospite che va presentato come si deve.

Quindi io per presentarlo in questo momento abbasso la luminosità dei miei schermi.

Abbiamo con noi Lorenzo Pieri, Senior Software Engineer, Founder di 404404 Answer Not Found, Full Stack Advocate, è membro di una community, un gruppo di passi scellerati che io adoro, sono i miei amici shredding e rat.

Ciao Lorenzo, come stai? Ciao, tutto bene.

Ciao a tutti di Geekbar, è meraviglioso, no, più che meraviglioso, siete tutti meravigliosi ed è bellissimo essere qui, soprattutto con Mauro che finalmente, come gli dicevo prima, essendo io un fanboy, essere riuscito a vederlo dal vivo e a dare un volto e una tridimensionalità alla persona al Code Motion è stato meraviglioso.

Devo dire che anche tu sei una voce, io non lo sapevo, ahimè, e l'ho scoperto tipo dieci minuti fa e quindi vado a fare binge listening, si dice così Lorenzo? Se lo fai tutto in una sera si, se lo fai tutto in una sera va bene.

Perché ho scoperto che hai un podcast, hai fatto una stagione di un podcast che mi va da recuperare, giusto? Si chiama 404 Answer Not Found.

È vero, sono pochi episodi.

Quindi riesco stasera ad ascoltarli tutti.

Sì, sono piccole pillole di conoscenza che volevo condividere, anche con me stesso in realtà se ci penso un po' per darmi delle risposte, però sono dieci minuti episodio, niente di che.

Quindi si può fare.

Domanda, che poi è una domanda che mi fanno sempre ma io sono curioso e te la voglio fare.

Perché un podcast? Perché un podcast? In realtà è nata un po' come sfida personale se vuoi.

Poi era un momento, un annetto fa, in cui stavo aiutando una community di nascitori sviluppatori americani.

Cioè in realtà questa community, che si chiama hashtag 100 devs, nasce da un programma di uno sviluppatore americano che però fa questo bootcamp che dura circa un annetto, completamente online, con tutte le risorse online e insegnamenti in live streaming su Twitch, Leon, si chiama questo, Leon Codes.

È partito in una quarantina di studenti magari anni fa e adesso c'ha migliaia di studenti in tutto il mondo e è tutto un grind per arrivare dopo un anno a essere sviluppatori junior ben formati, con progetti.

Cioè avevo inizialmente un mezzo ruolo di mentoring all'interno di questa realtà.

Mentoring, ora definendo mentoring magari un po' troppo.

Però insomma chiacchieravo con questi junior perché volevano sapere com'è essere nel mondo dello sviluppo, crescerci, raggiungere un certo livello di seniority, quando è che si è senior.

No, quelle sono le domande che...

Non si è mai senior.

Sono domande infinite, recursivamente tornano.

E niente, è nato un po' da lì, volevo rispondere alle loro domande e alla fine ho risposto alle mie in qualche modo.

Quindi è stato divertente.

Sì, è sempre un'esperienza stranissima il podcast.

E da podcaster ripeto e vi dico, ragazzi se ne avete l'opportunità accendete quel dannato microfono e dite quattro cazzate in croce davanti perché vi cambia la vita.

Io ho raccontato la mia storia nelle varie puntate di Gitbar e a Code Motion ed è veramente qualcosa che a me ha scioccato.

Però non siamo qua a parlare di podcast ma siamo qua a parlare di un argomento super importante almeno per me lo è.

E' determinante in un momento dove come generazione, perché secondo me si tratta proprio di generazione, stiamo sviluppando una certa consapevolezza verso alcune tematiche trascurate da alcune generazioni precedenti.

Voi per una suefazione da boom tecnologico e da benessere etero indotto, voi per una differenza a scala di priorità, ma comunque parlare di inquinamento, utilizzo delle risorse e carbon footprint è un elemento ricorrente della nostra generazione.

Insomma dentro di noi vive sempre una piccola Greta che però sai un po' mi rompe le balle identificare questa lotta con questo personaggio.

Lo sai? Hai lo stesso feel? Allora, non ci avevo pensato fino ad ora, sono sincero, però in effetti si sono d'accordo con te anche su altre battaglie magari.

In generale dover identificare una battaglia che vale un po' per tutti o comunque per un gruppo abbastanza largo di soggetti con un volto unico è tanto potente in realtà quanto però vittima di dispersione magari di quello che è il potere del gruppo o comunque della parola che questo gruppo può portare.

Dall'altra parte se un volto diventa simbolo dà anche più forza a una lotta, no? Quindi c'è questa bivalenza se vuoi.

Vero, sai cosa mi viene da pensare? In realtà è una cosa che ho appena pensato, quindi magari una cazzata gigante, io sto per dire una cazzata gigante davanti a 1600 ascoltatori, 1700 ascoltatori, ma vi voglio bene lo stesso, vi prego voletemene.

No, penso che in realtà l'utilizzo di un simbolo come Greta Thunberg sia o almeno porti a un errore di principio di fondo, nel senso che si rischia di scambiare, di associare a una lotta che deve essere secondo me della razza umana, cioè di scambiare una lotta che deve essere della razza umana e confonderla, ecco la parola che mi mancava, maledetto francese, confonderla con una lotta di tipo generazionale.

Cioè le due cose sono due cose completamente diverse.

Una è una lotta di consapevolezza che deve trascendere, che trascende dalle generazioni.

Una è la lotta dei giovani, delle nuove generazioni che dice noi siamo più sensibili a queste tematiche, vecchi di merda, ci avete rovinato il gioco, perché questo è il messaggio.

Secondo me, come dici tu, c'è una dispersione di forze, ma c'è anche una perdita di focus.

Questi sono i miei due centesimi sulla visione.

Mi trovi d'accordissimo, anzi, sono anche un po' dispiaciuto, se vuoi, penso che questa cosa me la riconoscerai anche te, sul fatto che si debba necessariamente andare a cercare degli attributi fisici, in questo caso per esempio la giovaneità, c'è chi purtroppo utilizza anche l'identificazione del sesso biologico della persona, per il fatto che magari ha, se non sbaglio, anche la sindrome di Asperger.

Comunque, chi fa uso di tutti questi attributi sulla persona, la singola persona, in questo caso Greta Thunberg, per andare a deviare quello che è il messaggio, che non dovrebbe a questo punto avere più importanza, chi l'ha detto il messaggio, perché è il messaggio stesso che porta con sé il significato di ciò che dovrebbe arrivare alle persone, ma al contrario si va a dare la colpa quasi al messaggero, cosa che sappiamo fin dai tempi antichi non si dovrebbe fare, ma il messaggero porta con sé delle colpe andando a plasmare così il valore del messaggio, e il messaggio è che a livello di clima e di come ci stiamo comportando con il pianeta, facciamo abbastanza cagare, non siamo sostenibili, perché cercavo gentilezze però non le ho trovate.

Non ci sono, esatto, esatto.

E invece per quanto riguarda il nostro dominio, il nostro ambito un po' più di competenza, perché noi l'abbiamo sparata grossa all'inizio, abbiamo detto no Greta Thunberg, no, grazie Greta, ma no grazie, e quindi ormai la nostra bold opinion numero uno l'abbiamo lanciata, però ritornando più sul nostro ambito di competenza, quelli dove siamo più confidenti e dove possiamo dire la nostra che ha per quanto piccolo un valore contestualizzato, come siamo messi? Come siamo messi? Ti ricordi quando magari da ragazzi compravamo, non so, già i primi giochi del Game Boy, non ho perdito magari, o chi generazionalmente prima di noi ha comprato magari i giochi dell'Azari oppure prima ancora, insomma più indietro si va più i giochi stavano in dimensioni minuscole di hard disk o memorie.

Penso che quello sia esemplificativo per capire come siamo messi oggi a livello tecnologico.

E non ne fa una colpa a nessuno se non a me stesso magari, no? Cioè ognuno dovrebbe pensare al se stesso programmatore in ambito tecnologico, perché credo ci siamo come settore un po' troppo abituati ad avere grandi quantità di opzioni hardware e software senza pensare a quanto queste siano di fatti sostenibili nel tempo.

Prima un gioco magari stava su 56KB di memoria e c'era un genio puro, quasi un genio matematico se vuoi, che riusciva a infilarci anche delle immagini, oggi con 56KB forse ci si fa un file JSON quando siamo bravi, cioè una roba vergognosa, ma mi ci metto io per primo, non è che sto combattendo i mulini a vento recitando, piuttosto è un rendersi conto di dove stiamo sbagliando come industry e dove potremmo invece fare effettivamente qualcosa, avere un po' più di attenzione.

Tu hai citato un esempio portando delle esperienze che sono storiche, nel senso prima riuscivamo a raggiungere stessi obiettivi con un utilizzo minore di memoria, di processi computazionali e di quant'altro, mi chiedo se le esigenze sono le stesse, cioè se il ruolo che l'industria ha oggi, per il quale consuma una certa quantità di risorse, è uguale al ruolo che aveva l'industria 20-30 anni fa, che è insomma quello che io posso ricordare, io arrivo fino a 32 anni fa poi ho un lack per ovvi motivi anagrafici, però è la stessa roba, risolviamo gli stessi problemi.

Allora, non credo, sicuramente rendere più fruibile una tecnologia ha permesso alla nostra industria di crescere e di inventare nuovi settori all'interno della industria, nuovi lavori, nuove mansioni, dall'altra parte tutto questo rinnovare, tutto questo creare, secondo me ha portato anche a un leggero, non necessariamente negativo, non cattivo anzi, però a un leggero me ne freghissimo.

Facebook avrà sempre moltitudini di immagini, Instagram nasce con quella mission lì di portare foto e video ovunque, Twitter magari ha tanto testo però ci avrà anche lui le immagini eccetera.

Twitter ha altri problemi oltre al carbon footprint, che interessante visto che fa le macchine elettriche, però insomma lasciando per te questo particolare argomento molto scontante, te la voglio riproporre così, il fatto che si possa fare qualcosa non significa che si debba fare qualcosa, io te la voglio mettere da questo punto di vista.

Noi ora siamo in grado di utilizzare framework giganteschi per fare le cose subito veloce però magari un'attenzione in più anche oggi che il mercato e le necessità sono cambiate potrebbe aiutare il pianeta nel suo piccolo, eh, da questo punto di vista nel nostro piccolo si può essere tutti dei supereroi senza mantello, magari con il cappuccio se si prende le immagini anni 90 dei computeristi però nel senso ognuno può fare il suo piccolo per migliorare sicuramente.

Sai hai detto una cosa che io sposo a Pennello, viviamo nell'epoca poi correggetemi se sbaglio, insomma ditemene di ogni sul gruppo Telegram, però nel frattempo ho mia figlia che calcia alla porta quindi potete immaginare il mio livello di… dicevo viviamo nell'epoca dell'hype driven design.

Nel senso che sì ci ho pensato un po' prima di identificare questa epoca così perché… e la cosa mi disgusta nel senso che io me lo ricordo come eravamo 25 anni fa, me lo ricordo bene, mi ricordo bene anche l'attivismo che c'era nelle nostre figure professionali da quelle più piccole a quelle più grandi ed è cambiato tutto radicalmente, siamo diventati un'industria e prima non lo eravamo o almeno non lo eravamo con questa consapevolezza d'impatto, oggi siamo un'industria consapevole di essere uno dei pilastri centrali della nostra civiltà e una volta assunta questa consapevolezza si è innescata una dinamica che io definisco di estrema autoreferenzialità anche nella creazione della complessità, cioè siamo arrivati, ne parleremo in un prossimissimo episodio di Gitbar, tipo quello della prossima settimana, ma siamo arrivati a creare livelli di complessità che alla fine sono fino a se stessa e o strettamente legata a quel concetto che noi coroniamo con la parola dev experience e alla fine trascuriamo tre elementi importanti di quello che dobbiamo fare, di quello che facciamo, cioè l'inquadramento nell'ottica delle tre sostenibilità, io questa roba la dicevo, la provavo a spiegare quando ero un consulente di sviluppo territoriale, quindi mi occupavo di turismo, per creare una industria sana o quantomeno che ambisce a esserlo, così come per creare una destinazione turistica sana o che ambisce a esserlo, ogni attività deve essere inquadrata in un frame che tocca tre punti, sostenibilità sociale, vedasi zio mask troll che scrive quello che scrive e fa lay off con una mail come se fosse il gioco della cabina sorpresa, come se fosse Mike buongiorno scegli la busta A o la busta B, sostenibilità economica, guardiamo quanti soldi stiamo buttando al cestino, quanto valore stiamo buttando al cestino come industrie, investendo cifre smisurate su progetti dai c***o, no perché chiunque guarda, adesso non me la voglio prendere col mondo delle start up, però molte delle idee sono fine a se stesse ed è chiaro e palese dall'inizio, cioè se tu devi costruire questo castello di carte mega gigante per tirarne fuori due competenze che ti servono, perché il gioco della start up è quella, io ti faccio giocare con le lego finché non diventi bravo, poi se il tuo castello di carte cade o la tua casetta delle lego non si regge, te le faccio fare una ventina, nel frattempo ti ho riempito di soldi, non si regge, intanto c'è una competenza che me la metto a lavorare sulle playmobil e quindi va bene, perché il gioco è questo, lo sappiamo ormai, quindi sostenibilità economica e sostenibilità ambientale, noi come industrie dobbiamo tenere in considerazione, essendo diventati un pilastro importante del nostro ecosistema, del nostro mondo, di ciò che ci circonda a livello globale, non possiamo più trascurarle, non abbiamo il diritto, abbiamo proprio il dovere di concentrarsi, quindi sì, fermarsi a ragionare di footprint ha senso proprio in un frame più grande dove si coinvolgono anche le altre sostenibilità, tipo la psychological safety, tipo la salute mentale e tutte queste altre belle cose, ma soprattutto quello che vede che mi fa incazzare a bestia è che in realtà noi veniamo da un mondo dove generalmente era pieno di attivismo, cioè era un mondo attivista e tutto questo si è perso, adesso tu magari che sei più dentro di me di certe dinamiche, quanto percepisci attivo questo, questa è una cacofonia, abbiate pazienza, questo attivismo ambientale, quanto lo percepisci presente? Allora, con grande sincerità, e come ho detto anche all'inizio del talk lì al Code Motion, io in realtà mi reputo uno studente dell'argomento, cosa significa? Significa che non ci sono entrato da troppo tempo, e anzi, l'ho scoperto tramite un amico, tale Andrea, che voglio anche salutare.

Questo Andrea fece questo esperimento per la Harbing footprint del suo sito rispetto a quello dell'ENI e di Fridays for Future Italia, e ben ero fuori delle metriche molto interessanti e da lì mi è partita tutta la pipa mentale per continuare a portare avanti l'argomento.

Quindi in realtà non ti saprei rispondere con precisione su qual è la situazione dell'attivismo sano nel mondo, e voglio specificare sano, ma credo che ci sia grande forza e volontà non solo di combattere, ma di riuscire a spiegare perché questa battaglia è necessaria.

Perché per esempio, visto che siamo entrati con un buon tacco, citando subito Greta Thunberg, allora io ti chiedo cosa ne pensi Mauro dell'attivismo o vandalismo, dipende dai fonti di vista, di quello che sta succedendo in alcuni musei al giro per il mondo, degli attivisti ambientali che attaccano le proprie mani, fortunatamente ai vetri, dei quadri storici o che ci lanciano sopra un barattolo di pomarola, credo siano, non lo so.

Cioè cos'è l'attivismo sano, cos'è l'attivismo vero, cos'è che effettivamente ha senso? Non lo so, secondo me non ha senso l'attivista che fa l'opera di grandiosità e getta della salsa di pomodoro su un quadro inestimabile, per esempio, un'opera d'arte, perché vai a far parte, fortunatamente non fai un vero danno, ma vai a danneggiare quello che è lo spazio delle persone che sono lì magari anche per godersi una giornata, ma non hai davvero spiegato il problema, hai solamente fatto una figura, che poi è interpretabile, però una figura hai fatto.

Invece spiegalo alle persone, ma non solo per strada, come si vede spesse volte, non andare a bloccare il grande raccordo anulare e a farti offendere, perché per quanto coraggioso, e va riconosciuto che sono gesti coraggiosi, non serve davvero, credo, mio modestissimo parere, per combattere una battaglia che finché non arrivi al cuore e alla mente delle persone non potrai mai vincere.

Questo è un problema perché stai andando, ancora in fastidia e magari quello riguarda più il raccordo anulare a Roma, però in generale se non fai arrivare il messaggio rischi di tornare ad essere quello che dicevamo inizialmente, il messaggero offeso e non compreso e il messaggio nemmeno viene letto, nemmeno viene capito, perché non è più di interesse, a quel punto la gente è più felice di dire di litigare con il messaggero piuttosto che di aprire la busta e leggere il messaggio e svegliarsi se vuoi.

La comunicazione è sempre un argomento molto complesso, molto articolato e sfaccettato.

Quando si parla di sciopero, io sono uno dei più grandi sostenitori degli scioperi, ma l'obiettivo dello sciopero, l'obiettivo del bloccare qualcosa è un obiettivo in termini di contrapposizione, si ragiona e quindi con quello che ti sto per dire confermo e esprimo il mio essere d'accordo con te, cioè si contrappone alla visione del, facciamola semplice, banalizziamo, del dattore di lavoro, tale per cui io mi metto in contrapposizione alla tua figura e a questo punto iniziamo a dialogare in un'otica di cosa mi dai, cosa ti do.

Se tu devi fare l'opera che devono fare gli ambientalisti o che dobbiamo fare tutti, ma che questi ambientalisti estremisti si pongono in realtà, è quello di mostrare il problema, non è sufficiente.

Se tu mostri il problema, evidenzi il problema, creando una contrapposizione, quindi un contrasto, tu non raggiungi il tuo obiettivo, questo sono sempre i miei due centesimi, proprio vero, se invece tu costruisci un dialogo, costruisci un'educazione, costruisci un ponte più che un muro, tutto diventa più facile e questo lo capisci quando parli con persone che non la vedono come te e quindi devi provare ad avvicinarti e magari capisci da ambientalista che probabilmente alcune esigenze sono veramente importanti o che alcune dinamiche sociali vanno cambiate passo per passo, le rivoluzioni non si fanno, le vere rivoluzioni non sono le rivolte, le vere rivoluzioni hanno bisogno di tempo, perché se tu fai una rivoluzione in due giorni, quello che sale al potere ti diventa il dittatore della seconda tornata, molto semplice, quindi il problema che tu provi a risolverlo, lo sposti e non lo risolvi ed ecco perché mi chiedo perché ci siamo persi a livello di industria, questo attivismo che un po' ci caratterizzava anche in modo didascalico come immagine, a questo punto però voglio siccome proprio per attaccarci posso aggiungere un punto, magari rubando proprio all'industria, il meraviglioso dividi e timpera che utilizziamo quando si può costantemente, potrebbe essere ottimo e ottimale anche per chi vuole effettivamente combattere questo tipo di problema che non si può negare, esiste, è di nuovo innegabile, però per combatterlo piuttosto che prendere il problema tutto insieme e cercare di risolvere facendo grandiosità inutili, dividiamo il problema in piccoli passi, un passo alla volta, andiamo, ricorsivamente andiamo a prendere prima una parte, poi un'altra parte, poi una parte più piccola, di nuovo e di nuovo ancora, finché non ci rimane l'unità di problema che magari possiamo umanamente, singolarmente o in piccoli gruppi combattere e sconfiggere, perché è chiaro che se domani ci mettiamo a promettere il net zero, che sarebbe l'emissione zero di CO2, chi siamo? Si spenge il mondo, l'unica cosa che possiamo fare per creare una cosa del genere è spengere il mondo, siccome non è possibile, sono promesse vuote, allora partiamo dal considerare il nostro essere piccole, e anzi qui vado a rubare da Riva e dalla conversazione che avete avuto qualche settimana fa sulla felicità, quando lui parlava del riconoscere i propri limiti e di non viverli come una cosa negativa, ecco questo è un limite non negativo, il limite non negativo che ci serve per farci capire che da soli questa battaglia non possiamo combatterla, anzi questa guerra non possiamo combatterla, ma se la dividiamo in tante micro battaglie allora qualcosa, da qualche parte forse, riusciamo a farla, si spera.

Vero, verissimo, d'accordissimo con te, e soprattutto credo che sviluppare consapevolezza, quello che ci serve è quello che mi serve, venga dal comprendere cosa stiamo vivendo e in come lo stiamo vivendo, siccome siamo degli ingegneri, sviluppare consapevolezza parte dal misurarci, quindi come ci rendiamo conto del nostro impatto nel consumo delle risorse, voglio prenderla proprio ancora più larga, non solo a livello di carbon footprint, ma proprio nel consumo delle risorse mettendoci anche, che ne so, le terre rare per la costruzione della nostra componentistica, come, ritorniamo all'energia, se no poi prendiamo una tangente e rimaniamo a parlare per un mese, però come ce ne rendiamo conto, come misuriamo? Per fare delle misurazioni base che ci aiutino a circoscrivere ulteriormente la questione ci sono sicuramente tanti strumenti che anche cercando con Google riusciamo a trovare, uno dei primi anche senza cercare ma semplicemente aprendo l'inspection di Rome per esempio, e andare a fare Lighthouse per capire come siamo messi a performance e già lì se c'è uno score, un punteggio un po' alto ci rendiamo conto che in effetti forse qualcosa possiamo fare perché c'è questa bidirezionalità tra performance e impronta che lasciamo a livello di CO2, quindi già quello potrebbe far suonare il primo campanellino.

Una cosa che ritengo possa essere molto utile è cercare di fare sempre un passo indietro e capire se quello che stiamo, come ingegneri, se quello che stiamo aggiungendo ai prodotti che facciamo, che siano front end, back end, qualsiasi prodotto sia, è davvero utile ai fini dell'utente, perché non possiamo semplicemente combattere una battaglia togliendo, perché se no si rifinisce all'esempio che si faceva prima, no, spengo il mondo e risolvo, no, non funziona così, non può funzionare così, ma quello che posso fare è essere consapevole, essere consapevole che magari una certa feature in un certo prodotto che sviluppiamo può essere fatta in un altro modo, magari può consumare meno spazio, oppure può consumare meno energia, perché sono stato decente nel farne l'implementazione, sono stato bravo o brava a cercare di implementare un algoritmo, o comunque un modo di fare le cose, anche nel costruire prodotti fisici, no, in questo senso, che non è derivante semplicemente dal boh, mettiamocelo, ma dall'utilità finale che speriamo l'utente possa avere da quello che produciamo.

Quello, per esempio, l'ultimo rant che ho fatto su Twitter e LinkedIn risale a oggi, dove mi lamentavo dell'immaginina delle persone nei gruppi WhatsApp.

Me ne lamento perché, ed è un mio parere, ovviamente, poi magari c'è chi lo trova super utile, però, parere mio, è una feature non utile e che secondo i pochi calcoli che sono riuscito a fare con le stime che ho a disposizione, va a aumentare ulteriormente il carico di CO2 rilasciata per vedere delle immagini di persone che so già essere in quel gruppo perché ne conosco anche i nomi.

E quindi, diciamo, capite, poi anche lì dipende dall'utente finale come se la vive.

C'è chi ha bisogno di meno feature e lì magari c'hai una footprint minore, c'è chi ha bisogno di più feature e a quel punto la footprint è maggiore, ma in realtà è spiegata dal fatto che quell'utente, il tuo prodotto senza quelle feature, non lo utilizzerà.

E quindi devono entrare entrambi i numeri in considerazione per poter fare un calcolo finale di quella che è l'usabilità del prodotto.

Sai che mi hai fatto pensare a una cosa che è sicuramente una cazzata gigante, ma che può avere senso, quindi lascio la palla poi a te e ai nostri ascoltatori a giudicarla.

Cioè, vedi, quando sviluppiamo alcuni siti web per l'accessibilità, abbiamo alcune funzionalità per ridurre il motion, adesso non mi ricordo come si chiama precisamente la feature, per ridurre le animazioni.

Sarebbe carino provare a immaginare una modalità a risparmio energetico.

Non dico di disattivare javascript nel browser, ma una modalità a risparmio energetico potrebbe essere interessante, che ne so, che include tema scuro, meno renderizzazioni di immagini, meno fiocchetti qua e là che non servono un cavolo.

L'altro giorno si parlava di una feature al lavoro, ci si è usciti con i confetti, con la feature di primaria importanza del funnel che ci serve a fare, cioè è fondamentale.

Quindi una versione, diciamo in qualche modo edulcorata e purata da questo tipo di elementi può essere magari un primo esperimento.

Ma la cosa che mi ha scioccato, io durante la pausa pranzo oggi ho visto un talk, perché veramente non sono molto sul pezzo, sull'argomento, quindi volevo un po' capire, ho visto un video, è un dato che mi ha scioccato, è che spesso noi pensiamo ai viaggi in aereo come una di quelle attività umane che rilascia più co2 in assoluto.

Ma c'era una slide che veramente mi ha lasciato un tardetto, che faceva proprio una comparazione tra quella produzione di co2 e la produzione di co2 di un transformer con 213 milioni di parametri di una rete neurale e la proporzione è di 300 a 1.

Importante.

Anzi di più di 300.

Perché un viaggio da New York a San Francisco sono 1984 libre, dovrebbe essere, studio dell'MIT, il transformer con la rete neurale è di 626.155.

Cioè se volete vi condivido la slide, ed è qualcosa che mi fa pensare, nel senso quanta utilità hanno le reti neurali oggi oltre a fare delle bellissime immaginette o a tirarci fuori dei pezzi di codice che già c'erano dentro github oppure a comporre del testo che so, bello ma vabbè.

E quindi? Vorrei risponderti con una parola, consapevolezza.

E da lì vorrei evolvere un pensiero, e cioè citando tra l'altro il piccolo principio.

L'essenziale è invisibile agli occhi, in questo caso però è una citazione che va un po' storpiata, perché la co2 è invisibile agli occhi, che vuol dire? Che noi non siamo in grado di percepire come esseri umani il problema che stiamo generando, come esseri umani e come industria.

Non siamo proprio in grado di farlo.

Certo, ci mettiamo di fronte a tutti i numeri possibili, perché esistono dei misuratori per renderci disponibili questi dati, ma non vedendo questo elefante invisibile non siamo in grado di proiettarlo accanto a noi per renderci conto di quanto grande è.

Un aereo lo vediamo, e vedendolo, essendo molto grande, siamo in grado anche di non di vedere la carbon footprint, no, dei livelli di emissioni che rilascia l'aereo, ma riusciamo a percepire l'importanza e la grandezza di queste emissioni rilasciate da una cosa così grande.

Quindi riusciamo a fare un po' di comparazione da questo punto di vista.

Quando la stessa cosa la vogliamo rimettere a un algoritmo di machine learning, un utilizzo medio di un cellulare, un sito visitato molte volte durante il giorno, l'apertura di un applicativo, insomma, tutte queste cose che diamo un po' per scontate, vengono un po' gratuite, come, ora lì è un cambio d'argomento, ma in realtà come diamo per gratuite o come abbiamo dato per gratuite magari ai tempi la sicurezza su internet.

Perché chi mai ci potrà far male su internet, se andiamo dietro a uno schermo, che può succedere? I troll stanno sempre sotto i punti, ma nel senso che sia una sicurezza informatica o una sicurezza del benessere mentale e fisico è un altro discorso.

Però quello che non riusciamo a percepire di fronte a noi all'inizio non è un pericolo e questo di per sé è un grande pericolo.

E' una delle cose che dovremmo combattere.

Giusto per darti un numero, per esempio, per fare il tolko ho raccolto svariate ricerche e poi se vi interessano ho fatto tutta una lista di robe su un sito che ho messo online apposta, si chiama envirotechnical.eu, poi magari lo giro a te Mauro, se vuoi, insomma ci sono tutte le risorse che...

Lo mettiamo nelle note dell'episodio.

Comunque hai detto una cosa che secondo me è sacrosanta e sulla quale ci sto riflettendo.

Io ormai la stati percependo all'interno del podcast la mia deriva un po' attivistica, da quando è nata la bambina, queste cose mi stanno sempre più a cuore e veramente non ci dormo la notte su molte di queste tematiche.

Io non so se sono completamente fuori io è possibile, se sono andato in buffer overflow, ma questo tipo di sensibilità mi si è acquita con la nascita di Lambda.

Però hai detto una cosa che io credo che sia uno degli elementi che sta causando tanti problemi alla nostra industria ed è l'intangibilità.

Cioè il fatto che sia un qualcosa di intangibile, di maledettamente astratto, però cacchio i data center ci sono e sono anche belli cicciosi, belli grandi, ed è la lontananza dal bare metal che noi abbiamo costruito attraverso livelli di astrazione, attraverso cloud che un po' ci fanno perdere questo tipo di percezione e ciclicamente ce ne rendiamo conto quando poi la Ferraglia ci ritorna un po' indietro, vedi l'epoca mainframe, poi l'epoca personal computer dove la Ferraglia ti tornava a casa e la bolletta la pagavi, poi c'è l'epoca cloud dove la bolletta la pagava qualcun altro, poi abbiamo vissuto anche l'epoca del gratuito, stiamo vivendo la parte terminale dell'epoca del gratuito as a service, free as a service lo chiamerei, altra cosa importante, questo free as a service non ci dà la percezione di quello che consumiamo.

Ed è assurdo, io l'altro giorno a quei ragazzi gli ammutinati facevo una riflessione sul portare git bar fuori dai servizi che utilizziamo per il podcast, self hostarcelo, senza andare molto lontano abbiamo fatto una stima dei costi solo di CDN di S3 di AWS e io non ci credevo, sono centinaia di euro al mese.

Quindi da lì sorge la domanda.

Quindi mi chiedo, se dovessimo hostare noi quante energia consumeremmo? Di quante macchine avremmo bisogno? Ecco questa sensazione quando tu hai un free as a service, poi in realtà l'abbonamento lo paghiamo per hostare git bar, ma fino a un certo numero sei sempre in un free tier.

Questo free as a service dove il sito di git bar è hostato gratuitamente su netlify per esempio, questo free as a service non consuma? Netlify non consuma? No cribio, io la percezione di quel consumo non ce l'ho.

Non ce l'hai? No, è vero.

La misura di quel consumo non ce l'ho, quindi non sto consumando.

Per cui tutti questi livelli di astrazione, che non necessariamente sono cattivi, occhio, non sto dicendo questo, ma ci allontanano dalla percezione, perché dobbiamo trovare un modo per continuare a tenerla.

Se ci state ascoltando i prodotti free as a service, se ci state ascoltando non ascoltate Mauro, ci piace.

Grazie, grazie.

Però guarda, prendendo in regalo quello che ci è stato detto da un film delle sorelle Waschowski, ignorance is a bliss, no? L'ignoranza è un bene, è un dono.

E in effetti, ignorando questi parametri, siamo in grado di goderci appieno l'esperienza nel nostro caso di sviluppo o comunque di creazione di prodotti e di progetti, nel breve, medio e anche lungo termine probabilmente, senza mai notare effettivamente quello che è il nostro peso all'interno dell'ambito tecnologico, delle spese che questo porta on.

Se, come hai detto bene, c'è da capire quanto ci interessa.

La vera questione è lì, quanto ci interessa.

Vediamo se provando a fare un'analogia questa cosa ha un impatto.

Io, quest'ultimo periodo, anche parlando con un po' di amici e ragionando, sono arrivato a una conclusione che la nostra industria si regge su un castello di carte, perché sempre meno ingegner stanno lavorando sul basso livello.

E lavorare sul basso livello, scrivere un algoritmo per un database o per la ricerca o fare del system engineering ti porta a ragionare anche in termini di energia.

Ecco, sempre meno di noi stanno analizzando e lavorando su quel livello di complessità, tanto che cose come Node.js è tenuto in piedi da un numero sparito di persone, Linux, il kernel, è tenuto in piedi da bunch of people.

Questo vuol dire che quanto può essere sostenibile quella tecnologia in termini di maintenance.

E soprattutto, questa roba ha un parallelo fortissimo con la percezione del consumo di energia del mondo che ci circonda.

Quanto il nostro mondo che ci circonda può essere mantenuto se noi maintainer che ci preoccupiamo del mondo siamo 3, 2, 5, 7, sono perché ne io almeno mi preoccupo tanto.

Quindi in realtà il paragone, le cose sono dannatamente correlate.

E allora la domanda che ti voglio fare è, portandola più su un piano pragmatico e un po' meno filosofico, io cosa devo fare sulla mia applicazione o sul mio sito per tendere verso quella direzione? Allora, in realtà alcune cose le hai già dette, che sia applicazione o sito, web app, insomma, già partire con un design a tema scuro aiuterebbe molto, soprattutto se si hanno dei dispositivi per esempio OLED, in quel caso il nero che io sappia, da quello che ho potuto leggere non ha assolutamente energia, quindi in realtà il nero è zero di spendere di energia, che va benissimo.

Dall'altra parte c'è l'attenzione a quello che scriviamo, quindi anche la scelta del bundler, per esempio che scegliamo, come scegliamo di creare i nostri bundle, come scegliamo di fare i nostri back-end, come serviamo le nostre richieste, se implementiamo o meno una cache sia per i nostri contenuti testuali che per le immagini, se utilizziamo o meno i nodi sull'edge computing per servire gli utenti quanto più vicino a dove fanno la richiesta, cioè è una lista di cose, che se ci mettiamo, adesso io e te apriamo una pagina e ci mettiamo con dell'html di base, mettiamo input type check box, tante volte ci scriviamo accanto una lista di cosine da vedere insieme e già solo seguendo questa lista di una decina, no, diciamo una ventina di cose fattibili da chiunque, già lì abbiamo vinto non solo a livello di attivismo ambientale, perché abbiamo ridotto drasticamente i consumi delle nostre applicazioni, ma abbiamo vinto anche in performance, in SEO, che significa arriveranno migliori risultati presumibilmente dalle ricerche organiche, si pensa, si spera, i siti saranno più veloci quindi gli utenti saranno più felici, probabilmente ci sarà una maggiore retention rate, quindi magari la possibilità di fare funnel è migliore, la possibilità di avere più click sull'evolve to action che mettiamo nei siti o nelle applicazioni, tutto è legato, sembra che uno vada a spendere soldi inutilmente o tempo inutilmente per star dietro all'ambiente da questo punto di vista, quando in realtà standoci dietro si va a fare il nostro lavoro nel miglior modo possibile e questo ci ripagherà, sarà un grande ritorno di investimento, se vuoi, sul tempo che ci abbiamo messo, perché la nostra pagina sarà più performante, magari l'avremo resa, come dovremmo, anche socialmente accessibile, non staremmo nemmeno combattendo delle battaglie perché in realtà staremmo facendo il nostro lavoro nel miglior modo in cui lo sappiamo fare.

Per esempio, una pagina, questo mi ha anche abbastanza sconvolto perché riesci a dargli una forma, se vai su website carbon.com, ci sono dei misuratori che possiamo utilizzare per misurare l'arbon footprint dei nostri siti o web application, una delle cose che andrei a scoprire è che, mediamente, per ogni pagina che viene scaricata da un utente, si va a generare 1,76 grammi di CO2.

1,76 grammi di CO2, se gli dai una forma fisica, assomiglia a una caramella, una caramellina.

Quindi tutte le volte che io vado sul sito di Gitberd, genero una caramellina di CO2, me la potrei mangiare, no? Tutte le volte che vado su followforanswernotfound.eu, altra caramellina, e così via.

Se per esempio vado sul sito di Facebook, la voglia di caramelline è tante, un pacchetto intero, pare di essere a qualsiasi supermercato, ci compri i pacchetti se apri certe applicazioni.

Ora, questa è una page view.

Se moltiplico magari per 10, 20, 30 mila page views, diventano numeri importanti.

Diventano molto importanti.

Troppo grandi.

Dimmi una cosa, hai informazioni in merito all'eventuale differenza tra la frizione web e la frizione delle app native? No, non personalmente.

Non è una ricerca che ancora ho fatto, però sicuramente sarà interessante andare a sviluppare qualche numero in tal senso.

Mi aspetto che la footprint di un'app nativa, magari anche fatta con Flutter o successivamente React Native, con un'app nativa mi aspetto ci sia un carbon footprint minore, anche perché magari andando ad utilizzare roba come Ionic che ti apre la web view, quella probabilmente consuma di più rispetto a tutte le componenti native che abbiamo a disposizione con i cellulari.

Però va ricercata.

Tra l'altro, sì, è una cosa curiosa.

Se riesci a beccare informazioni, poi mi fa super super piacere.

Saranno i prossimi rant su Linkedin o Twitter, quindi se basti appena un attimo apri e vedrai che mi lamenterò, sicuramente.

Esatto.

Io intanto stavo guardando il website carbon.com con gitbar.it e devo dire che mi dice urrà, questa pagina web è più pulita del 77% delle pagine web testate.

Immagino sia merito di astro questo.

Bella scelta, bella scelta.

Perché il nuovo sito di gitbar ha un unico componente dinamico, tutto il resto è server-side rendered, anzi server-side generated per essere precisi, static-side generated o almeno credo che funzioni così.

Astro sì, sono pagine statiche.

E l'unico componente dinamico è la ricerca con lira.

Non c'è altro, proprio zero altra roba dinamica.

Io ho la stessa scelta, sono con net.js, però insomma static-side generation è sicuramente una scelta ottimale da questo punto di vista.

Sì, tra l'altro c'era una cosa in realtà che potevo fare come componente dinamico, ma ho optato per renderizzarlo nella pagina HTML che è il preview dei link.

Nel nuovo sito, adesso nella pagina dell'episodio, i balocchi hanno una piccola preview che utilizza Open Graph per andare a prendersi le informazioni della pagina.

Open Graph è? Non mi ricordo com'è chiamata.

Si prende il titolo, l'immagine, una piccola descrizione.

All'inizio avevo fatto un componente React che faceva una chiamata HTTP con una libreria che si prendeva queste informazioni.

In realtà poi alla fine l'ho trasformato in un componente Astro in modo che fosse renderizzato nella pagina e il gioco è fatto.

Quindi evitare anche quel tipo di chiamata diretta.

Ci scambiamo un po' informazioni perché io volevo passare a QUICK, quindi poi magari ci facciamo lo scambio per sapere come va.

Io di QUICK non so niente.

Nemmeno io, infatti bisogna scoprirlo perché sembra la promessa della terra d'oro, come tutti i Blazing Lefast uscenti ultimamente, però va provato.

Io ormai ho gettato la spugna a Astro, è stata una scelta semplicemente perché dovevo tirar via Gatsby, che non poteva continuare.

Quindi ho optato per farlo con Astro visto che il mio amore per Next.js via via che lo sto utilizzando in ambito enterprise sta scemando vertiginosamente.

Comunque ragionavo a una cosa che avete detto all'inizio di episodio, sul fatto che dobbiamo iniziare a pensare se una feature serve o una feature non serve e quindi iniziare a tagliare.

Credo che ha senso, ha molto senso, ma credo che tagliare sia una delle cose più difficili che puoi chiedere a una industry e quindi credo che il processo per arrivare a quel punto debba partire ancora da prima e capire o dire a una industry o dire agli sviluppatori, quindi prendiamoci anche le nostre responsabilità, non utilizzare quel framework che ti è comodo e fai un sito in C o in Rust perché è più friendly verso l'ambiente, probabilmente è un po' drastica la cosa, però c'è tutto un mondo che secondo me non stiamo valutando.

Ti faccio un esempio, da un po' di tempo io ho imparato a caricare il portatile la notte così come da diversi anni io il telefono lo carico solo la notte e questo perché in realtà? Perché ho scoperto, faccio una parentesi, ci sono arrivato partendo dal bitcoin come ragionamento, ho scoperto in realtà l'acqua calda, nel senso che l'energia difficilmente si conserva e potete dirmi grazie al ciuffolo Mauro ha scoperto, e difficilmente si trasporta.

Questa è una cosa che ho scoperto da poco, cioè i cavi ad alta tensione hanno una serie di dispositivi che servono a tenere la tensione alzata, ma nei trasferimenti lunghi l'energia si perde sotto forma di calore, il famoso effetto joule, no? E quindi l'energia non la possiamo conservare, o difficilmente la possiamo conservare, l'energia difficilmente la possiamo trasportare molto lontano.

E di lì mi chiedo, ma allora può avere senso iniziare anche a costruire dei timing, dei time slot per fare certe cose? Ne parlavo con mia moglie che lei fa la big data, la data engineer e quindi si occupa di pipeline particolarmente dispendiosi per calcolare e elaborare dati.

E le chiedevo, ma Mauro, le chiedevo ma secondo te si può ottimizzare a livello di orologio sta cosa? Cioè lanciare queste pipeline la notte? Da quanto so in realtà i grandi provider non hanno dei piani che ottimizzano le robe a livello di orario in cui lo stai lanciando.

Però per esempio la notte l'energia spesso ce n'è in sovrabbondanza e conservarla costa.

Quindi perché non organizzare la nostra vita affinché si possa ottimizzare questo tipo di energia? Io ragionando ci ho detto va bene da oggi in su le pipeline di mastering dell'episodio dove ci sono una serie di filtri utilizziamo anche dei filtri che utilizzano l'intelligenza artificiale quindi processore a palla per 15 minuti a trattare l'audio.

Ho deciso di runnare queste cose la notte.

È una piccola azione no? cioè non è un grosso impatto però è qualcosa che puoi farlo rinunciando praticamente a niente possiamo dirlo? Sì sì possiamo dirlo forte assolutamente.

Sono piccole scelte senza altro che possono aiutare chiunque a partecipare a questo tema di fondamentale importanza.

Giusto per farti un altro esempio al talk a Milano quando ci siamo conosciuti uno degli aspetti che volevo andare a sottolineare e quanto ritengo sia importante la comunicazione asincrona dato il tempo in cui viviamo.

Questo perché non perché non ho voglia di vedere o sentire persone.

Ci sono anche quelle giornate.

E che non sarebbe un problema.

Ci sono anche quelle giornate però di base abbiamo credo come non solo come industry ma proprio come esseri umani reso qualsiasi cosa parte anzi abbiamo fatto sì che qualsiasi cosa andasse a braccetto con la FOMO, la fear of missing out.

Che significa? Che ogni comunicazione ogni informazione che ci deve essere data la vogliamo subito e adesso o quantomeno l'altro interlocutore o gli altri interlocutori si aspettano a noi questa informazione la dobbiamo ricevere ora adesso nell'immediato.

E io questa cosa non la ritengo per niente utile e alquanto dispendiosa.

Fortunatamente faccio parte di una industry che questa cosa la sta facendo evolvere e soprattutto faccio parte di un'azienda che ci tiene a questi argomenti tant'è che la comunicazione di base è asincrona se non necessariamente dell'altro verso e questo va a evitare un dispendio inutile di tempo ma soprattutto di, tanto si torna lì, di hardboard footprint.

Come? Perché in realtà sto facendo un po' difficoltà a capire come possiamo ridurre l'impatto.

Allora per esempio quante ore sei, data la crescita in seniority nelle aziende, quante ore stai in riunione su zoom o mit o altri software bani per fare le riunioni magari lavorando da remoto ovviamente.

Sì io da full remote posso capirlo in realtà vivo in un'azienda che è molto async, tantissimo async quindi però se penso all'azienda di mia moglie si dico un botto.

Ecco per esempio per stare anche queste sono tutte informazioni che trovate su quell'envirotechnical.eu quindi sono numeri che non ci sono scritti a caso sui siti o detti a caso ora ma sono frutti di ricerca che è stata fatta per arrivare con una consapevolezza con questi numeri.

Per stare un'ora in riunione due persone su zoom per esempio si va a generare un chilo di co2.

È possibile evitarla? Probabilmente sì perché magari non è necessario quella riunione magari basta un messaggio su slack tanto su slack ci siamo costantemente, su disco insomma dove volete, su tutte le piattaforme messaggiste è istantanea ci siamo costantemente.

Quindi nel senso è un attimo no ricevere quell'informazione.

Dobbiamo stare per forza un'ora in riunione su zoom? No non è detto.

Possiamo risparmiare ed è una piccolissima azione che se la facciamo in milioni o miliardi addirittura di persone ma quanto lo aiutiamo il pianeta? Cioè non dico lo salviamo domani ma abbiamo iniziato a fare qualcosa che se anche non ne percepiamo il valore adesso se anche questo valore per noi è invisibile e impercettibile comunque una volta resi noti questi numeri una volta fatto l'imprinting con questi numeri e con queste piccole regole della comunicazione asincrona stiamo effettivamente partecipando a salvare l'unico posto dove probabilmente possiamo vivere e non ci vuole niente cioè una scelta che fai qui e ora e dici io su zoom non ci voglio stare cinque ore mi scrivete cortesemente cioè non dall'oggi al domani che c'è prima sera parla con lo staff engineer ci si trova tutti d'accordo però di base sono scelte fattibili contemplabili e che funzionano perché la comunicazione asincrona è la cosa che mi ha fatto lavorare più veloce in assoluto cioè meglio di così non si può cioè la comunicazione non necessaria dovrebbe essere abolita questo è un altro numero piccolo per dirti e ti voglio dire mail molto vecchio stile se vuoi però l'avrei presente anche te no le mail quelle con tutto il giargono aziendalista da mega convinti se ne scrivi una in meno 17 grammi in meno di co2 mediamente su una mail di una ventina di diga se non mi sbaglio basta devi dire ho fatto ciao di ho fatto ciao ne che c'è bisogno di farla tematia incredibile per dire ho fatto ciao come da disposizione visti gli artigiani ho fatto ciao basta è questo che veramente sono le piccole cose che potremmo fare che avrebbero un impatto in poco tempo davvero poi visibile poi anche visibile se ne possiamo fare noi io l'augurio che mi do è che la nostra industria si riprenda in braccio un po di lotte che sono le lotte che si facevano quando l'industria è nata anche perché oggi la nostra industria con i soldi che tratta può essere uno di quei volani finanziari per la ricerca sulle rinnovabili ci riflettevano anche a livello di bitcoin nell'ottica di ci sono delle industrie che muovono valore e in questo momento sono sostenute da un hype muovendo una quantità di valore così alta la quantità di valore che puoi reinvestire in innovazione tecnologica energetica è più alta rispetto a un'industria che sta alla canna del gas quindi quanto come industrie possiamo diventare quel ponte tra voi lo sapete come funziona il mondo della ricerca no la ricerca ha tanti soldi spesso quando si raggiunge un prototipo i soldi per la ricerca sono finiti ma è il momento in cui servono i soldi per creare le linee produttive a rendere sostenibile quella data tecnologia posso pensare cioè non mi ricordo come si chiama in realtà ho preso una nota oggi perché stavo mi stavo l'otec cos'è l'otec in realtà il concetto di otec è una tecnologia fatta da un gruppo di ricerca che ha come obiettivo utilizzare l'assorbimento del calore che ha l'oceano e trasformarlo sotto forma di energia è stato finanziato questo studio il prototipo c'è ma in fase sperimentale il costo dell'energia per questo prototipo prodotta da questo prototipo è altissima perché perché deve andare a finanziare le linee di produzione per trasformare un prototipo che è un prototipo in una linea commerciale bene fare questo tipo di quante sono le industrie faccio un passo indietro quante sono le industrie che possono sobbarcarsi questo costo se noi come industrie ci spogliassimo dal costo di costruire complessità a babbo solo in un modo del tutto autoreferenziale per investire risorse anche in queste direzioni probabilmente quello che è il nostro il nostro mondo avrebbe mondo parlo di in termini di più generale di ecosistema sarebbe maggiore rispetto ad avere un nuovo framework javascript ma guarda il todo dipende dai punti di vista immagino come tutto del resto però quello che io considero un problema da questo punto di vista qui della creazione di nuove imprese nuovi prodotti nuovi sviluppi eccetera forse addirittura prima ancora del dello sviluppo in sé del prodotto ma sta nella nella filosofia che porta allo sviluppo delle nuove imprese in stile molto nuovo occidentale la cultura del fail fast che ci sta pure molto molto da film su alcune cose ci può anche stare dall'altra parte se parti con il concetto costante che fail fast try again probabilmente non hai davvero a cuore quello che stai facendo e un soggetto qualsiasi che è interessato di finanza mi dice sì ma io voglio fare i soldi va bene anch'io chiunque vuole fare non fanno schifo a nessuno i soldi probabilmente o a poi ma questo non implica che tutto deve essere fatto male o velocemente o essere la soluzione più veloce per forza perché alla fine e quello mi pare sia un trend abbastanza costante sia in economia e finanza che nel nei prodotti che sviluppiamo i prodotti che hanno con sé un team di persone che ci tengono a sviluppare in maniera sostenibile le proprie idee sembrano durare di più nel tempo e questo lo vediamo anche in realtà dall'altra parte con i portafogli magari di persone che stanno sul mercato azionario per 10 15 20 30 anni e nella curva dei dei ritorni avranno sempre un valore più alto di chi ha giocato fail fast tutti i giorni cercando di raccimolare sempre una cifra una cifra una cifra quindi è una maratona no anche questa e la stessa cosa è vera per un sacco di ambiti il mercato finanziario così come lo sviluppo i prodotti per esempio salvatore sanfilippo redis redis tra l'altro un tweet ha scritto nemmeno troppo tempo fa lui perse un sacco di tempo e vi invito a leggere che mi pare sia di inizio novembre sto tweet perse un sacco di tempo a ragionare dei cicli di cpu quando redis si trovava in stato idol perché data la moltiplicazione di tutti i server redis che ci sono a giro in questo momento nello stato idol questo avrebbe portato a questo attenzione o questo perfezionismo tecnico anche se vuoi un genio avrebbe portato a risparmi performance migliore prodotto maggiore longevità del prodotto e anche riconoscimento sul fatto che è una roba fatta bene fatta bene i miei prodotti sono tutti fatti bene assolutamente no figura mi sono tutti fatti male è importante però l'essere consapevole che si può fare di più quando si tiene un prodotto e quando si vuole far riuscire questo prodotto secondo me l'ottica del fail fast non risponde adeguatamente.

vero vero assolutamente vero occhio però che redis è molto più vicino al metallo di quanto può essere il nostro sito la nostra web app e ci ricolleghiamo a quello che abbiamo detto prima del fatto più livelli di astrazione mettiamo tra noi e la macchina è l'elemento fisico e più perdiamo il polso e poi volevo aggiungere una cosa in realtà in realtà questa quello che ha detto prima sul fail fast mi ha triggerato una cosa che dicevo sempre quando mi invitavano ai meet up delle start up ok che era fail fast ma non cagatemi il giardino che vuol dire tradotto in italiano vuol dire tu hai tutto il diritto di fallire velocemente ma fail fast but take your responsibilities sta sulla seconda parte della frase l'equilibrio se la seconda parte della frase viene omessa e parliamo di lay off di consumo energetico di sostenibilità sociale di sostenibilità interna di psychological safety fail fast ma non cagare nel mio giardino no il concetto era quello cioè hai tutto il diritto di fallire l'importante è che se fai una schifezza ti prendi le responsabilità perché perché non sei solo molte delle responsabilità sull'impatto ambientale di ciò che facciamo non possiamo prendercele perché semplicemente non le sentiamo vicine non abbiamo alcun insight alcuno alcun indizio sull'impatto che abbiamo da quel punto di vista non ce lo abbiamo vorrei aggiungere a quanto stai dicendo non ce lo abbiamo finché non ci viene data quella spinta per andare a guardare perché è vero che è invisibile all'inconsapevole ma basta un attimo basta veramente un secondo accendere quella scintilla che è la voglia di imparare che di solito è abbastanza costante nella nostra industria quindi non mi non mi preoccuperei che qualcuno vada a cercare già all'uscita dell'episodio basta veramente un attimo per fare una piccola ricerca e rendersi conto del valore che possiamo portare nell'invisibile per esempio wordpress lo conosciamo tutti questo non me lo ricordo non so se la percentuale vera ma possibile fosse il 60 per cento dei siti attualmente in circolazione che abbiano wordpress sotto e avevo letto o avevano avevo letto qualcosa del genere di numeri altissimi fuori di testa era importante come numero è uno dei motivi per cui php è uno dei linguaggi più usati ancora lì esatto però quello che che mi sconvolse mentre preparavo il talk fu proprio trovare questo esempio dell'autore della libreria mailchimp for wordpress e anche questo ha fatto una cosa molto semplice è andato a eliminare il dead code è andato a rivedere alcuni processi magari riscrivendoli insomma tra una cosa o un'altra su un'intera libreria che magari era un megabyte di suo perché erano enormi ne so questo non l'ho cercato però da questa libreria lui ci ha tolto 20 kilobyte di codice che non utilizzava più di codice ha riscritto eccetera ora questa libreria viene utilizzata costantemente da milioni su milioni su milioni di siti tutti i giorni per ogni page view ora va bene se tutto va bene viene hashata e siamo d'accordo però viene utilizzata da milioni di wordpress è vero allora viene utilizzata molti milioni di volte tutti i giorni da tutti gli utilizzatori e facendo due conti veloci un kilobyte tolto da un file su un milione di visite sul su un sito va a salvare quasi 1500 chili di co2 il che significa che se tolgo 20 kilobyte vado a salvare parecchie migliaia di chili di co2 e queste sono un milione di visite non ho detto un milione di siti ho detto un milione di visite ora se te questo lo moltiplichi per il numero di siti che utilizzano questo plugin sono milioni anche quelli e magari ce n'è alcuni che sono anche molto famosi e ricevono più di qualche milione visite al giorno io il numero preciso di quanti di quanta co2 non viene di quanta co2 viene rilasciata nell'atmosfera non lo so ma potremmo calcolare quanto questo ragazzo probabilmente ne ha salvata andando a scrivere meglio il codice che aveva rilasciato inizialmente è stata stato o stata una cosa coraggiosa e consapevole forse è possibile è stato un caso forse è possibile che se ne importa ha fatto qualcosa ha cambiato qualcosa e poi lo ha fatto consapevolmente perché ci ha scritto anche un bellissimo post sul proprio blog si nasce tutti eroi no ma si può diventare piccoli eroi che fanno qualcosa davvero di concreto anche se non lo vediamo e comunque concreto e questo ora possiamo parlare dell'industria giustamente logicamente ma poi ci sono tutte le altre scelte che possiamo fare mangiare mangiare meno carne andare magari meno a giro con gli aerei e prendere più o con la macchina e prendere più autobus e treni car sharing anche qualsiasi scelta è una scelta possibile per fare qualcosa di consapevole per il pianeta non bisogna essere mega ingegneri non bisogna essere niente bisogna solo aver voglia e non bisogna essere greta e non bisogna essere greta tomba dai è chiaro allora io prima di passare al paese dei balocchi volevo dire questa cosa quello che farò sarà sicuramente dedicare o buttare un occhio per ogni sito che faccio al website carbon.com e mettere questa cosa nella mia scaletta delle cose da fare quando si sviluppa qualcosa come guardiamo lighthouse con quel senso di gamification perché devo raggiungere il 100% se no deve essere tutto verde in realtà il sito di git.com varrà performance vergognose quindi se avete tempo vi prego buttateci un occhio c'è una issue in merito e vogliamo vogliamo in qualche modo sistemarla però insomma utilizzare lo stesso approccio che abbiamo verso lighthouse anche con questo tipo di misuratori ben è arrivato il momento tipico e topico di Gidbar il momento in cui i nostri guest e i nostri host diciamo condividono con noi un elemento che insomma può essere utile è stato interessante figo e che reputano anche di valore portare alle nostre orecchie per cui la mia domanda è hai qualcosa da condividere con noi? e conduco nel paese dei balocchi dimmi lorenzo cosa cosa ci porti in dono vabbè non sarebbe giusto non condividere qualcosa anche se potrei però non sarebbe giusto non relativo alla chiacchierata che abbiamo fatto oggi quindi ti mostro la mia meravigliosa steel bottle con i bellissimi unicorni ciambelle e gelatine dai colori sobrissimi sì no sobrietà è fondamentale questa la puoi buttare ovunque è meravigliosa ed è sostenibile molto sostenibile quindi comprare subito mi mandi il link? assolutamente assolutamente si va a cercare voi adesso dico le cose meno sostenibili del mondo in realtà il mio balocco non è poi così sostenibile in realtà ma voi sapete che siamo in periodo di break friday vero e vi sveglio un segreto la mia airpod è caduta nella griglia dell'autolavaggio mentre stavo lavando la macchina e quindi dovevo comprarmi le cuffie nuove ho guardato le airpods ma boh non lo so perché è un periodo di disaffezione nei confronti di apple e quindi ho deciso di non comprarle e proprio stamattina mi sono arrivate queste cuffie che sono un viaggio sono bellissime sono le bose quite comfort earbuds la versione vecchia quindi è uscita una versione tipo un mese fa sono la versione vecchia che prima costavano quasi 300 euro una cifra che non avrei mai speso ma siccome siamo in black friday li ho presi tipo 130 euro hanno una riduzione del rumore degna delle sony ma sono degli auricolari sono microscopici suonano da dio hanno una riduzione allucinante secondo me più potente di quella è delle sony e boh secondo me sono uno di quei gadgettini che vale la pena prendere se si lavora in posti rumorosi o se ha una bambina piccola che piange parecchio ottimo acquisto sì ah lorenzo siamo in fase di chiusura però io volevo chiederti una cosa è da un po in realtà che non sento gli altri tuoi compari schrödinger non è vero in realtà sia micky che wabri li ho sentiti oggi ma non gli ho chiesto cosa bolle in pentola quindi che state facendo allora con schrödinger's head stiamo facendo grandi cose come nel frattempo tra i mauro e schrödinger's head nasce come tutti noi di accogliere gli sviluppatori interessati all'occasione quindi questo posto insomma non regaliamo chiunque la voglia di sviluppare o non di partecipare è il benvenuto o la benvenuta a questo momento in questo momento stiamo organizzando l'open source day 2023 quindi per ora non posso dire molto di più se non invitarvi in tempi non sospetti ad andare sul sito osd.ev dunque ci siete stati capirete che a firenze nel maggio 2023 in una location d'eccellenza che per ora non posso svelare sarà una conferenza tutta dedicata all'open source gratuita per tutti e potrete partecipare sia direttamente da firenze in presenza i biglietti usciranno nelle prossime settimane oppure guardando un'intera conferenza in streaming sulle piattaforme dedicate e probabilmente saranno youtube e forse anche twitch.

Quindi c'è questa grande opportunità e spero insomma anche te Mauro se avrai la possibilità che ci passi a trovare di fondamentale importanza perché lo sai quelli altri due sono pazzi poi se gli piglia qualche pazzia ti vengono a cercare il lione, sono cattivi eh, uno sta anche avvicinato esatto uno sta avvicinato ma c'è già un'agenda stabilita o dobbiamo rimanere ancora in attesa? Allora abbiamo non ufficialmente aperto la call for papers una settimana fa quindi la trovate su sessionize forse ci arrivate anche da conf.tech o come si chiama qualsiasi insomma e quindi la call for papers è aperta stiamo cercando se qualcuno ci ascolta e ha voglia stiamo ancora cercando le sponsorship che ci permetteranno di rendere questo evento completamente gratuito per tutti quindi se conoscete un'azienda o siete un'azienda che ha voglia magari di credere nello sviluppo open source nel raccontare l'open source e tutto ciò che c'è intorno noi sicuramente saremo più che felici di farci aiutare e questo ci permetterà anche di far fare un'esperienza a tutti piena quindi con tutti i buffelli, le partecipazioni, i gadget e tutte le cose bene ecco quindi se tra l'altro al di là delle sponsorship siete interessati a venire come speaker vi aspettiamo a Firenze a marzo del 2023 ma prima dovete fare la call for papers che anche quella la trovate o direttamente su Sessionize o su osday.dev c'è il sito è abbastanza riconoscibile dal tema scelto e poi vi aprete la call for papers, firmate tutte le cosine carine e sarà la community stessa dopo un primo filtro da parte dei moderatori a decidere quelli che saranno i talk presentati poi alla conferenza quindi speriamo di vedervi o sentirvi numerosi.

Figo figo figo ho visto i topic nella call for papers, vabbè dai vediamo.

E vada eh mi raccomando non mancare.

Vediamo dai vediamo c'è c'è qualcosa di ciccioso che magari può saltare fuori non lo so.

Vediamo.

Bien Lorenzo io ho visto che sembrava così no che non c'era granché granché da fare da dire in realtà intanto è passata un'ora e mezzo abbondante allora io mi approfitto ci facciamo il selfie così poi ti dico.

Detto questo io direi che a questo punto possiamo salutare e ringraziare vi ricordo rapidamente i nostri contatti info.gitbar.it e at BrenRepo su Twitter ho ripreso in modo un po' più attivo su Twitter o almeno prima di chiudere definitivamente l'account per la mia derivanti maschiana.

Vi spoilerò.

In realtà devo ancora trovare un modo sistematico per gestire l'account di Mastodon non lo so non mi sono ce l'ho lo uso ma non mi sono ancora boh forse non sono nel server giusto non ho ancora sviluppato la rete per cui ancora è un po così sicuro è che sono ritornato a utilizzare il feed rss come strumento principale di documentazione di ingestion di informazioni quindi questo è importante.

Vi ricordo anche un'altra cosa.

Gitbar è una comunità aperta.

Gitbar ha bisogno di crescere perché più persone entrano più risorse più scambio più questo motore di crescita collettiva si attiva per cui se avete un iPhone un Mac qualcosa che possa fare girare iTunes entrate lasciate una recensione perché in realtà questo fa sì che noi insomma in qualche modo facciamo bubble up nella classifica dei podcast tecnologici italiani più di una volta siamo stati al primo posto però è da un po che non siamo più nelle zone alte della classifica e può essere utile per chi cerca i podcast in quel canale leggere la vostra sincera recensione non vi sto chiedendo una recensione positiva se dovete gettare merda su Gitbar o sul nostro podcast è a senso farlo nel senso che quello che pensate fatelo la libertà è una delle più belle cose che questo podcast ha voluto ha voluto creare.

Altra piccola nota per Natale ho proprio l'impressione che potremmo condividere il layout di qualche maglia fare una una specie di store online cosa sto dimenticando boh io credo di aver detto tutto allora vi do appuntamento alla prossima settimana ringrazio nuovamente Lorenzo per esserci venuto a trovare e per dalle mie parti si dice averci dato la sveglia nel senso che averci dato quello stimolo che un po' ci porta a come si dice sempre dalle mie parti cacciarsi la mosca da dosso bel modo di dire io ringrazio te Mauro ringrazio Gitbar in generale che ci ascolterà sono stato felicissimo sono ancora felicissimo di essere stato ospite qui di Gitbar che per me è quasi un sogno se vuoi esagero però spero che questo insomma non so se ho lasciato qualcosa all'ascoltatore ma spero che questa cosa se l'ho lasciata che sia una un intro alla ricerca leggera o non leggera che sia però un intro a cercare di migliorarsi costantemente che fa già parte di noi tutto sommato avendo scelto questo lavoro però una spinta allora se già c'è allora una spinta grazie davvero Gitbar il circolo dei full stack developer una volta a settimana ci troviamo davanti a due birre e con Brain Repo parliamo di linguaggi e tecniche di sviluppo web di metodologie ed strumenti immancabili nella cassetta degli attrezzi dei full stack dev.