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Gitbar Italian developer podcast

Conversazioni sullo sviluppo software fatte davanti a una birra.

copertina episodio

Second Brain con Emanuele Bartolesi (Software One)

Stagione 3 Episodio 136 Durata 01:35:43

Per tanto tempo la produttività è stato un hot topic nel nostro settore, software di todo, calendario, di note, di mail hanno sempre più preso piede, ma esiste un modo per farlo in modo efficace? Ne abbiamo parlato con un amico, Emanuele Bartolesi, Microsoft MVP, github star e molto altro…

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Crediti

Le sigle sono state prodotte da MondoComputazionale
Le musiche da Blan Kytt - RSPN
Sweet Lullaby by Agnese Valmaggia
Monkeys Spinning Monkeys by Kevin MacLeod

Trascrizione

Bene e benvenuti su GateBar, nuova settimana e nuovo episodio qua nel nostro bar degli sviluppatori.

Oggi non sono solo e ho con me Leonardo.

Ciao Leo, come va? Ciao a tutti, tutto bene.

Sono tornato dopo una pausa non forzata ma semplicemente non ci siamo incastrati con gli orari, però sono contento di essere qua.

Io sono super felice di rivederti e come abbiamo detto in privata non vedo l'ora che arrivi il periodo di Natale per berci questa birra fisica insieme visto che verrò a trovare le tue zone come periodo vacanziero.

Qualcuno della community verso Natale, Capodanno, Pastola, Firenze, siamo qua.

Detto questo Leo, tu hai qualcosa di nuovo da dirci? Come stai? Come te la passi? Sì, la novità principale è che ho cambiato lavoro e adesso lavoro in Platformatic, il nuovo progetto di Matteo Collina.

E nulla, questo è stato il cambiamento principale.

Per il resto tutto ok, come si dice.

Ah, ho levato la barba, ho solo i baffi per il Move Enter.

Non so se sai come è.

Fantastico.

Sappi che su Platformatic ci faremo un episodio, vero? Sono super super affascinato dal vostro progetto.

Sto lavorando ai fianchi Matteo per fargli trovare uno spazio per registrare, quindi sì.

Grande, grande, grandissimo.

Detto questo io vi ricordo rapidamente i nostri contatti, andiamo avanti perché oggi abbiamo una puntata un po' off topic come le ultime che stiamo facendo, ma super interessante.

Info www.kiociolagitbar.it, at BrainRap o su Twitter sono i modi classici per poterci contattare.

E il gruppo Telegram che l'ultima volta che ho controllato aveva esattamente 1111 membri.

È un numero bellissimo, però dovrebbe aumentare ancora di più.

Puntiamo ai 1.200.

Beh, però il numero 1111 potrebbe essere visto anche in modo binario e non è così esaltante in qualche caso il numero in termini di dimensioni.

Esatto, che lo stavo calcolando poi ho detto vabbè non lo dirà mai per cui non faccio figuracce.

No no, anche io ho detto lo calcolo non lo calcolo ma no, la mia discalculia.

In realtà è 31, 2 alla quinta meno 1.

Spero, se no taglia questo pezzo.

Ecco qua, io sono di scalculo, Leo no.

Detto questo però io direi che possiamo iniziare.

Benvenuti su GitBar, il podcast dedicato al mondo dei full stack developer.

I mezzo artigiani, mezzo artisti, che ogni giorno infilano le mani nel fango per creare nel modo più efficiente possibile quei prodotti digitali che quotidianamente usiamo.

Quando si parla di Microsoft nelle conferenze, in quasi tutte le conferenze, quando si guarda Twitch pensando allo sviluppo web e quando si parla appunto di Microsoft 365 non si può non citare il buon Emanuele Bartolesi che è venuto oggi a farci compagnia.

Ma prima di presentarvelo, cioè prima di dargli la parola, voglio ricordare per chi non lo conoscesse, ancora i pochi che non lo conoscessero, che è anche come dicevo prima un Microsoft MVP, un formatore, uno sportivo, un Microsoft 365 architect, una GitHub star e cosa sto dimenticando Emanuele? Perché potrei metterci altre 70 cose.

Anche troppo, anche troppo, hai già detto anche troppo, va bene così, va bene così, basta, sono già emozionato così.

Fantastico, ora per me e immagino anche per Leo è un super piacere averti qua a GitBar ed è un super piacere affrontare con te l'argomento di oggi e volevo iniziare con una domanda.

Abbiamo detto un po' dei titoli che hai raggiunto, ogni titolo presuppone che alla base del raggiungimento ci sia un duro lavoro.

Duro lavoro spesso significa una grande, tanto tempo dedicato a una certa attività per raggiungere quell'obiettivo.

Come fai a raggiungere i tuoi obiettivi così velocemente e così tanti? In realtà conosco un sacco di gente, finite la puntata.

Non è vero, è vero.

Comunicamente delega e basta.

Io non faccio niente, ho un ghostwriter che fa tutto per me e basta.

Agli eventi sono un avatar, in realtà ho l'AI dietro, quindi tutto a posto, facile.

No, parti scherzi.

No, a regione te, sembra che faccia tante cose, è una domanda che mi fanno spesso, ma perché sembra che faccia un sacco di cose.

Effettivamente mi rendo conto a volte che ne faccio, questo è vero, ma perché negli anni, e non sono nato così, ho lavorato un sacco su me stesso, ho imparato a organizzarmi.

Perché se ti organizzi in realtà sembra strano ma hai molto più tempo libero che puoi investire in hobby, passioni o anche lavoro.

Il nostro lavoro purtroppo è sia lavoro che passione, quindi a volte ti trovi a fare cose tipo andare alle conferenze, soprattutto quando non ci vai da ospite e subisci le sessioni, ma ci vai per fare lo spigolo che è un impegno anche quello.

Quindi è tempo che ti serve, che devi ritagliarti per fare anche quello che devi fare.

Quindi assolutamente sì, però devi imparare a ritagliarti del tempo.

Ho lavorato molto su questa squadra perché prima io nasco di base pigro, uno che non ha voglia di fare niente, starei su Netflix tutto il giorno come tutti noi, del resto ho su Disney Plus.

Adesso su Amazon Prime perché ho ricominciato a guardare il Doctor Who, che è solo su Amazon Prime in questo momento.

Però ovviamente devi imparare ad organizzare, assolutamente.

Ma nessuno nasce organizzato, no? Come è stato? Credo di no.

Anche perché voglio immaginare io una bimba piccola e ho detto tutto tranne che è organizzato.

No, però la mia domanda è, posto che talvolta, non per tutti ovvio, ma il nostro lavoro tende a essere un lavoro abbastanza ricco di stimoli, ricco di cose da fare, spesso diverse, alla fine, qual è stato il processo che ti ha accompagnato nel dover organizzare? Cioè, se tu dovessi identificare delle milestones nella tua evoluzione organizzativa, cosa metteresti, dove le metteresti e come le metteresti? Allora, ti faccio, prima lo spoiler del finale, quando ho detto ok, basta, adesso devo usare il metodo giusto, che è stata la parola frustrazione.

Ora ci arriva la parola frustrazione, perché come ho detto a te, durante e come ho detto anche prima, risale la puntata, il mondo di oggi, nel 2022, come dicono gli americani, abbiamo un sacco di informazioni che ci arrivano, a cui siamo esposti, a cui siamo… anche a questo caso le subiamo, avrebbe da dire, perché spesso, anche se non vuoi leggere niente, informarti su niente, apri un tab del browser e ti arriva qualcosa comunque, anche se non dici un link, oppure le notifiche sul cellulare, idee che ti arrivano perché sei più stimolato, così via.

Quindi questa overstimolazione che abbiamo con delle informazioni ci porta comunque ad avere più idee, ad avere più progetti magari paralleli, più progetti anche non solo lavorativi intendo, ma progetti anche di vita.

Cioè, hai la passione per la chitarra, vuoi imparare a suonare la chitarra? Hai la passione però anche di andare a correre, vuoi correre e suonare la chitarra, però devi anche lavorare, quindi se suomi tutto a un certo punto finisci le 24 ore, considerato che sei e ne devi dormire, finalmente non hai più tempo e finisci sempre, almeno se ne devi dormire, dipende da che persona sei, anche da che crono tipo sei, non parte tutto di queste cavolate qua, io sono leone, dopo ti spiego anche questa.

Finisci le giornate, quindi inizia appunto questa fase in cui ti senti frustrato perché la famosa frase, non riesco a fare tutto, mi sembriamo già andati da 48 ore, no? Quante volte l'abbiamo sentita dire? È vera questa cosa qua? Assolutamente, perché l'ho fatto anch'io, dicevo anch'io, sono andato un giorno a dire, ma com'è che vedo tanta gente che fa tante cose, come fanno loro a farne tante che io riesco a farne due? Che poi chi dice così probabilmente le 48 ore non sarebbero sufficienti perché nel problema di Parkinson riempirebbero quelle 48 ore di roba da fare in 96 ore.

Esattamente, questo è un problema, è un gatto appunto che si morde la coda perché più tempo hai più ci butti roba dentro e in realtà meno cose fai poi alla fine perché in realtà entri in un circolo in cui fai meno cose e ti sembra di farne di più e lì si torna la parola frustrazione perché quando ti accorgi che i tuoi progetti non vanno avanti, che non riesci a finire neanche uno, se ne hai 10 aperti e non finisci neanche uno, lì inizia la frustrazione.

Sono arrivato a quel punto lì e ho detto no, devo cambiare qualcosa.

Ho provato un sacco di metodi con la to-do list classica, la to-do list cartacea, la to-do list sul pc, qualsiasi cosa ho provato e però tutte le volte fallivo e non ho capito come mai.

A un certo punto mi sono scontrato per caso, te lo giuro per caso, su un canale YouTube mentre appunto andavo un giro a cazzeggiare, non so se puoi cazzeggiare sul podcast.

Assolutamente sì, tutte le parole che sono permesse qua.

Stavo cazzeggiando su YouTube e ho trovato un tizio, adesso non mi ricordo come si chiama ma è famoso per questo caso qua, che parlava di questo second brain e io da eterno curioso, come sei te per quel poco che ci siamo conosciuti a Code Motion, ho cominciato a parlare infatti di tutte queste cose qua, ci ho cliccato subito perché ero curioso del nome, mi ha curiosito il nome second brain, ho detto cavolo questo mi serve di sicuro, ho pensato.

Uni più non fa male.

E ho spiegato che cos'era, lo spiegava spiegando come lo utilizzava lui, ho detto cavolo ma questo è quello che serve a me, ho detto subito, l'ennesima cosa che serve a me.

E lui pubblicizzava subito un libro che parla appunto del second brain, che è diciamo l'ideatore del second brain, o meglio di un metodo del second brain, perché il second brain vuol dire tutto e niente.

Io lo chiamo Digital Garden, per esempio, il mio, ma ognuno lo chiama come gli pare, però fondamentalmente viene chiamato o second brain da Tiago Forte, si chiama il tizio che ha inventato questo second brain, oppure c'è una tizia americana che lo chiama Digital Garden, per esempio.

Io preferisco chiamarlo Digital Garden perché per me dentro ci sono più cose di quelle che ci mette Tiago Forte, perché dipende anche poi dal ramo dove sei, tante cose.

Quindi mi sono appassionato di questo, e ho comprato dopo otto secondi e mezzo il libro, subito, il libro cartaceo l'ho preso, cartaceo perché ovviamente con il second brain bisogna prendere appunti su, se leggi un libro, sul libro stesso.

Questa è una delle prime cose che c'è da fare, cosa che nessuno fa mai, soprattutto noi informatici, tendiamo a comprare libri, anche io per primo credo, credo sicuro, li compro sul Kindle perché sono più pratici da portare in giro, non è un malloppone da mille pagine che devi portare in giro fra conferenze, cose, viaggi, ok, però è difficile prendere appunti, è difficile ritrovarli, è difficile fare quello che fai con un libro, aprire un libro in una pagina a caso e guardare una sottolineatura, non puoi farlo col Kindle, cosa fondamentale.

E quindi ho comprato il libro e da lì, ti giuro, sono due libri che mi hanno cambiato la vita a me in generale, uno è I fiori del male di Baudelaire che ho letto alle medie e lì mi ha cambiato la vita e il secondo è questo libro sul secondo Benitiago, forse, perché lì ho capito che primo stavo sbagliando tutto quello che avevo fatto fino a quel momento là, ho buttato via Pente e sono accorto per certe cose 38 anni di vita, adesso ne ho 40, quindi un paio d'anni che uso questo metodo, più o meno, e il secondo perché ho detto cavolo se avessi scoperto prima a quest'ora molto a mente avevo inventato Facebook, avevo lanciato missili su Marte come Elon Musk e tante cose, via dicendo, ora ovviamente però rimango umile e faccio applicazioni per Microsoft 365 in software One, insomma, perché sono rimasto umile.

Voglio ricollegarmi al concetto che dicevi, che lo ripeto spesso, il fatto del consumo di informazioni, io ieri mentre ragionavo e da un po' di tempo in realtà che anch'io sto utilizzando un approccio simile a Second Brain, poi andremo magari a confrontarli a vedere diversità e può essere divertente, però leggevo che, ed era una sensazione che avevo in questo periodo là, preparando, gestendo il podcast, la barretta orizzontale della mia T-shape tende a svilupparsi sempre più lungamente e talvolta cosa succede? Che difficilmente si ha il tempo e la possibilità di approfondire, si è tentati di sviluppare quella barretta orizzontale sempre di più.

In realtà leggevo che ogni giorno noi siamo in qualche modo esposti a una quantità di dati spaventosa e per me è l'ingrandire di quella barretta orizzontale, perché il mio vero lavoro è cercare elementi che non c'entrano niente e in qualche modo collegarli per fare dei ragionamenti.

Io faccio questo dalla mattina alla sera, vorrei essere pagato per questo, ma nessuno mi paga, però in realtà quando sei esposto a 34 gigabyte, qualche scienziato, adesso non ricordo il nome, l'ha stimato 34 gigabyte di informazione per giorno o se vogliamo rappresentarli in un altro modo il totale di 174 giornali, proprio notizie, newspapers, giornali per giorno.

Pensiamo veramente alla quantità di informazioni in cui siamo esposti, questo elemento triggera una cosa che io chiamo la bulimia informativa.

Quest'ultimo periodo sono arrivato a una condizione, un po' di mesi fa, prima di passare all'utilizzo del mio handbook cartaceo, sono arrivato a un certo punto dove ingerivo informazioni e le vomitavo, e dentro me come persona rimaneva sempre di meno, cioè non mi sentivo arricchito dall'informazione che stavo consumando.

Anzi, è proprio così, è esattamente come funziona lo studio, siamo talmente avvolti da informazioni, poi più informazioni hai più te ne servono, nel senso che se te leggi, ora faccio un esempio stupido, ti vai su una pagina Wikipedia a caso, di Jennifer Lawrence, che è la mia attrice preferita, ma perché è brava, solo lì dentro inizi a leggere quello che c'è scritto e poi ovviamente ci sono tutti i vari link che portano a altre cose che ha fatto, e ti inizi a cliccare, più clicchi e più hai bisogno di informazioni, perché dici, ah cavolo, bello, interessante questo, e vai a leggere, ah bello, interessante questo, e vai a leggere, ah bello, interessante questo qua, e non ne esci più, e finisce che non ne esci più, che è quello che dicevi te adesso.

Io ti ho fatto un esempio stupido, sono facendo Wikipedia, ma durante il giorno, come dici te, fra lavoro, vita normale la chiamo, non so come chiamarla e così via, siamo sopraffatti da queste informazioni, la parola giusta forse è sopraffatti, mi è venuta adesso, perché ti porta da un punto a dire, vorrei sapere tutto, io ho ricominciato da poco a interessarmi, accidenti a me e tall'altro, all'astronomia che avevo lasciato un attimo da parte, e lì c'è, è ancora peggio, ti dico la verità, perché poi non conosco benissimo l'argomento, ovviamente, quindi che succede, che appena leggo una parola nuova, da qualche parte mi triggero e vado a leggere subito, ma adesso non più, ora ti dico perché, quella cosa lì.

Quindi, come dicevi te, è un link che segue un altro link, libri, su libri, informazioni, il tempo che manca a quel punto, poi il problema è sempre il tempo, perché siamo limitati non il tempo, non siamo elfi, almeno io no, non so voi, io non sono un elfo per ora, ho controllato, però fondamentalmente è un problema quello del tempo.

Quindi cosa succede, quando te ricevi queste informazioni qua, uno degli approcci che ha il second brain in generale, questo non tanto, Tiago Forte si è inventato il suo, ma fondamentalmente ognuno lo chiama come gli pare, Tiago Forte lato l'ha chiamato con un nome che per noi è fantastico, che è Codd, come Visual Studio Codd, bellissimo, che ho tatuato, come sai, sul mio braccio il logo di Visual Studio Codd, quando l'ho letto ho pianto, ho fatto il Codd, allora è nella mia vita Codd, per sempre, vai.

Codd che vuol dire, ogni volta devo rileggere, questo mi viene mai in mente, che è Capture, Organize, Distill, Express, quindi sono le varie fasi per prendere le informazioni, cioè il Capture è appunto quando trovi l'informazione nuova, la prima cosa che devi fare è prenderla e immagazzinarla in qualche modo, lui ti dice proprio esplicitamente, che è la cosa che anche lì mi ha un po' svoltato a me, non devi utilizzare per forza il tool perfetto della vita per fare il Capture, cioè io utilizzo spesso le note dell'iPhone, ti sembrerà strano, ma uso le note dell'iPhone, perché le apro, le ho divise per categoria e ci scrivo dentro qualcosa, poi le vado a rileggere dopo, però quella è la prima cosa che devi fare, diciamo catturare informazioni, perché se aspetti di tenerle lì, continui a ripensarci, ce l'hai in testa, la classica cosa che succede a noi quando facciamo così, ti rimane in testa l'informazione, poi ne arriva un'altra e ti frulla insieme a quella lì e dopo un po' entrano in loop tutte e due, poi ti arriva la terza e vai con la terza, dopo un po' esplodi, se te però la prendi e la metti lì, il tuo cervello, anche perché mi ha fatto male il nostro cervello, dice ok l'ho messa lì, l'ho scritta, me la posso dimenticare, un po' poi ti entra questo metodo, poi l'organize, la seconda fase, te ce l'hai, io ce l'avrò adesso sul mio cellulare, su notes, credo 40 note buttate lì dentro, di tanto in tanto, questo sta a te decidere, sta a voi decidere quando farlo, prendi e ti vai a rileggere le note che hai preso, sugli argomenti, sul progetto, su quello che ti pare, e le vai a organizzare, le organizzi nel senso che le dici, ah questa è di questa categoria, gli metti dei tag, se c'è la possibilità di mettere dei tag con lo strumento che usi, come ti pare, lo metti nella categoria giusta, lo sposti in categoria, e così via, però non devi diciamo elaborarla la nota ancora, cioè la prendi e la categorizzo, diciamo così, categorizzare è veramente brutta una parola, però non mi riviene una migliore, poi a quel punto c'è la terza fase che è la distil, cioè ti prendi l'informazione, hai scritto magari 50 righe di roba, oppure hai copiato e incollato un articolo intero da un giornale, come hai detto prima, lungo una pagina, e il distil è quello che invece va a togliere informazioni che non servono, cioè in un articolo di giornale, molto a mente, spesso di giornale, di una rivista, anche nel nostro settore tecnologico, mi sembra adesso che non mi ricordo quanto è il calcolo, ma mi pare che il 60% delle informazioni è inutili e sono discorsi per arrivare al dunque, o per l'asseo, esattamente, ti deve arrivare ad avere l'informazione distillata, cioè tolta tutta questa roba qua e avere solo l'essenza, perché è molto più facile anche da ricordare dopo, perché ovviamente hai meno roba da ricordarti, non devi ricordarti una roba intera che non ti serve a niente, e questo lui lo fa in due o tre fasi se non sbaglio, o almeno come lo faccio io la prima volta, lascia l'articolo come è, ma sottolinea e basta, tipo sottolinea, evidenzia, a qualche modo quello che gli interessa, poi quando ci torna sopra al distill un altro paio di volte, elimina proprio le altre frasi che non gli servono più, per essere sicuro che non ti servono più, a quel punto ti rimangono 3-4 frasi che ti rimangono in testa e basta, quindi hai liberato spazio nel tuo cervello, quei 34 giga che dicevi prima, 74 mila, non mi ricordo quanto hai detto, in realtà sono molto meno a quel punto.

L'ultima fase è l'express, la chiama lui, è quella di prendere queste informazioni, abbellirle e metterle da qualche parte, categorizzate in bella copia, così te poi vai a rileggere in realtà quel pezzo lì e non il pezzo iniziale che avevi catturato che poi ci metti anche una vita a rileggerlo.

Questa è la prima fase che quando prendi le informazioni devi fare, però non è facile, io ci ho messo un po' a entrare in questo ottico qua, perché devi abituarti proprio a… soprattutto la fase del code decapture, secondo me è la più difficile, perché è quella in cui devi essere bravo a prendere nota, ma senza approfondire, senza andare a cercare di altre note correlate, perché quello devi farlo dopo, questo è difficile, la parte più difficile.

Quanto si piega, posto che anche io utilizzo questo metodo, anche se essendo un mezzo boomer io utilizzo la modalità chiamata Kettle Casten, che è un po' diversa, ma fondamentalmente si avvicina, però una cosa che ho notato di questo metodo è che in realtà evidenzia alcuni limiti legati allo scopo nel quale operiamo, cioè anche io tendo a catturare le informazioni, poi magari ci raccontiamo come lo facciamo e quanto magari il tool può essere ingannevole, perché siamo dei bambini, noi cerchiamo il giocattolo perfetto e non ci concentriamo su come stiamo giocando, lo facciamo spesso, poi organizziamo le informazioni, le distilliamo e le personalizziamo, ci mettiamo il nostro tocco che è un elemento importante nell'apprendimento, ma col codice come si piega questa cosa qua? Bella domanda, sai che io ho per esempio un metodo che utilizzo per ricordarmi le cose, per quanto riguarda il codice, quanto riguarda gli articoli che leggo e così via, e le archivio in una sorta di archivio separato in questo caso qua, perché ho fatto questa stortura in questa metodologia, perché il nostro è un lavoro un po' particolare, abbiamo anche altri tipi di informazioni, non solo discorsive, magari così via, magari anche uno snippet di codice che ci serve a volte ricordarsi.

Me le magazzino come se fossero delle note, però ci aggiungo dei tag sopra e dei titoli in modo che se devo ricercare quella cosa lì come si fa, lo vado a vedere subito, e ci aggiungo anche spesso, forse sbagliando, ma è l'unico modo che ho altrimenti di ritrovare informazioni originali, anche il link da cui l'ho preso, se c'è un link.

Però questo, o il repository github, può essere qualsiasi cosa, può essere anche il file di github, il link al file di github dove ho preso quella cosa lì, e così via, se si parla di github ovviamente.

Quindi questa è una struttura che ho fatto a questo metodo, però mi sono fatto anche in realtà, anche se è un po' legacy e da boomer questa cosa qua, il common placebook, che era il vecchio modo di catturare le informazioni prima di questi nuovi metodi chiamati code, o come ci pare.

Il common placebook in realtà però se lo mettiamo nel nostro settore, diciamo così, chiamiamolo così, il nostro settore funziona ancora.

Cioè, il common placebook, per chi non sa cos'è, è una sorta di, non so, enciclopedia che vengo a chiamarla, ora non so come chiamarla, enciclopedia, chiamiamola, in cui te dividi per argomento qualcosa, io per esempio ho fatto gli argomenti che sono tipo web development, e sotto ci ho messo delle sottocategorie che sono react, asp.net blazor, asp.net minimal api, e così via.

E lì dentro ho diviso ancora per argomenti tipo autenticazione con azure ad, per minimal api.

Quindi ho cominciato a scrivermi i, come si chiama, i vari step, le note, i vari step, e così via.

In questo modo qua a me non le ritrovo facilmente, non devo, tutte le volte, questa è una cosa che anche aiuta il second brain, per cui è fondamentale il second brain, andarte a ricercare dove perdiamo tanto tempo, e dove anche Tiago Forte ci punta molto sul libro, è quanto tempo perdi a ricercare la stessa informazione che ti serve dieci volte al mese, tanto, tantissimo tempo perdi.

Se invece con il second brain a quello ti serve, a risparmiare anche tempo su ricercare la stessa informazione.

Questa cosa qua è fondamentale, per esempio, perché alla fine poi sempre il tempo è, una delle chiavi principali che trovo qua è sempre il tempo.

Perché quante volte fai una cosa su, una cosa a caso, su React, che però non ti ricordi, devi andare su Google, la ricerchi, perdi un quarto d'ora, che è una cosa che in realtà ci metti cinque secondi.

Se invece te ti fai, ora, in questo caso il common place book, ma può essere una nota come para te, che parte in cui quella cosa lì che sai che ti serve sempre, sai dove trovarla soprattutto perché è organizzata, e vai lì diretto, ci metti un secondo e mezzo, tempo che ti si libera per fare altro.

Volevo dire una cosa legandomi alla prima parte del discorso, quando hai parlato appunto del common place book, come una struttura del metodo.

Io penso che il, diciamo, la struttura del metodo è funzionale perché te leggi una cosa, però se non ti torna esattamente quel metodo, lo adatti alla tua testa.

Tant'è che, probabilmente, Tiago Forte, quando ha scritto Second Brain, ha detto, aspetta, io ho creato il mio metodo e funziona per me.

Lo divulgo, però non è detto che funzioni per altri, quindi secondo me è completamente ok.

Lo dice anche lui nel libro, lo dice, questo è il metodo che ho trovato io perché avevo un problema fisico-psicologico che mi portava a dimenticarmi le cose e tutto, allora questo è il metodo che ho trovato io.

Questo è il metodo, però adattatelo, cioè partite da questo perché funziona, non solo per me, ma mi sono accorto che funziona anche per altri, però se dovete adattarlo, adattatelo.

Non è quello il problema.

Ha perfettamente ragione quello che dice.

Sono dimenticato di citarlo, però quando dico adattatelo a voi, il metodo, assolutamente, cioè bisogna adattarlo perché non esiste un metodo ufficiale, best practice della vita, che non tratta neanche Tiago Forte, purtroppo.

Sarebbe bello che qualcuno ci dicesse, guarda, per vivere bene si vive così, tutti così.

Si vederebbe forse De Borg, non sarebbe male però essere De Borg, o De Cyberman, De Doctor Who, qualcosa del genere.

Ci possiamo pensare però.

Si è spaccato il mio microfono.

Perfetto.

Voglio rimanere ancora qua sull'ambito delle informazioni perché mi piacerebbe intanto andare a vedere proprio questi punti, a toccare questi punti, perché avete detto entrambi una cosa molto importante, quella del fatto che ognuno di noi poi personalizza il metodo, che mi è sembrato, guarda, di risentire quello che abbiamo sempre detto in termini di agile.

Io applico lo Scrum, ma io non applico lo Scrum, applico il Fallot o una metodologia tra Scrum e Kanban, dipende da quello che devo rilasciare e quando lo devo rilasciare, perché in realtà siamo degli esseri completamente diversi, abbiamo delle dinamiche diverse, anche delle attitudini.

Voglio però ritornare al punto della cattura delle informazioni, siano esse codice o testo.

In questo ultimo periodo, ho già rotto le balle a diversi di voi, ma sto facendo degli studi, che andranno a finire in un talk che vi svelerò tra un po', che andranno a finire in un talk e sto analizzando il comportamento e la gestione del carico cognitivo, a livello scientifico, quindi mi sto smazzando un po' di paper su questo argomento.

E una cosa che ho capito è che in realtà il nostro cervello è fatto da due parti, vengono chiamate memorie, una memoria attiva e una memoria passiva.

La memoria attiva è la nostra RAM, immaginate la nostra RAM, cosa fa? Immagazzina una serie di informazioni che sono quelle che ci passano davanti ai sensi, siano essi occhi, orecchie, tatto, olfatto e quant'altro.

Non so se abbiamo altri sensi.

Dovrebbe essere 5 o 6 più o meno, dipende da...

Le donne non sessi ma non ci hanno mai detto...

Dipende poi se sei Spider-Man, se sei qualcun altro, c'è qualcosa in più, però se sei diciamo uno che non ha superpoteri dovrebbero essere 5.

Ok, allora mi sembra di averli detti tutti.

No, però in realtà la cosa interessante è che questa memoria ha una dimensione finita.

E la cosa figa in realtà è che riesce a immagazzinare 6 più o meno 2, o 7, erano 7 scusatemi, 7 più o meno 2 elementi finiti di informazione.

Cosa vuol dire? Che non importa quanto grande sia l'informazione, ma se è coerente noi possiamo alloccare uno di questi 7 più o meno 2 slot di informazione.

Qual è il problema? È che, come ho detto prima, davanti ai nostri occhi passano 34 o 32 giga di informazioni per giorno.

Alla fine dove le metti ste cose? Quindi la tecnica è cattura l'informazione in modo da poi essere trattata, possa essere almeno l'informazione di interesse convertita attraverso dei processi mentali, spesso si attivano quando noi ci allontaniamo dal computer o dai libri, quando ci facciamo una passeggiata, quando dormiamo, quando facciamo l'amore, queste informazioni diventano connessioni cerebrali.

Quindi si trasformano in sinapse e passano dalla memoria di lavoro che ha una durata finita, nel senso che la memoria di lavoro dura 20 secondi, gli elementi nella memoria di lavoro durano, gli scienziati hanno stimato una ventina di secondi se non sono rafresciati.

Ecco perché a scuola ci dicevano ripeti, rinfresca, senza mai spiegarci cosa succedeva.

Semplicemente quel ripeti, le cose tante volte, rafrescia quella memoria affinché rimanga nella memoria, affinché in qualche modo tu attivi quelle dinamiche tali per cui dalla memoria di lavoro ci spostiamo alla memoria a lungo termine o la memoria passiva.

La scuola che fa il capture è proprio questa cosa qua, ti permette, come ho detto prima, che ti girano in testa, ma dopo un po' ti dimentichi.

Quante volte ti è successo? Ho avuto l'idea più figa del mondo, aiuto, dopo un giorno non ti ricordi più, perché come dicevi te, questa cosa qua che poi sparisce, va a svenire.

Col second brain in generale, con code, chiamandolo come vi pare, in realtà questa cosa qua non succede più e anche quello che c'è fino ad adesso non succede più.

Io ho avuto la prova provata di questa cosa qua quando quest'estate sono stato male con il long covid, che avevo dei problemi di nebbia mentale, non riuscivo a star concentrato e ricordarmi le cose.

Ma è una roba che se nessuno l'ha mai avuta è una roba che non riesco nemmeno a spiegare, mi sentivo rallentato, non riuscivo a concentrarmi, non so come dirlo.

A me mi ha salvato tantissimo averci questa cosa del second brain, perché anche se non mi ricordavo niente, aprivo la cosa dove sapevo che era, alcune cose mi ricordavo comunque, non è che ero proprio diventato un amoeba, un essere unicellulare, però fondamentalmente non riuscivo a star concentrato.

Ma sapendo esattamente dove andare a cercare informazione nel mio second brain, riuscivo comunque a essere operativo più o meno al 60-70% rispetto al 12% cui sono di solito.

Quindi l'avevo migliorato addirittura.

Però ero abbastanza operativo sul pezzo comunque, perché non dovevo sforzarmi, quello dicevi te, di ricordarmi come fare le cose e dove trovare le informazioni, perché ce le avevo comunque scritte.

Le leggevo, mi si rinfrescavano, mi stavano in testa in quel momento lì e continuavo a lavorare.

Senza quello avrei avuto, dico la verità, molta difficoltà, perché avrei dovuto sforzarmi per ricordarmi, per rinfresciare quella parte lì che in quel momento non mi stava funzionando.

E qui si torna poi, forse si rilascia al discorso del second brain, più quello di Tiago Forte che organizza le cose col famoso metodo PARA, come lo chiama lui, anche qua sono diventate due sigle.

CODE forse non se l'è mai dato, non mi ricordo, però PARA mi pare proprio di sì, che è Project Areas Resources e Archive, che è il metodo in cui lui immagazzina le informazioni prima cosa e soprattutto ti attiva su dei task, su dei progetti che hai da fare.

Perché questo caso qua? Perché alla fine le informazioni che hai ti portano quasi sempre ad avere un obiettivo, che è un progetto.

Ora, in questo caso, stai dicendo te che ti sei appassionato a questo topic qua, secondo me nel PARA di Tiago Forte sarebbe questa cosa qua una risorsa, una resources e non un progetto.

Perché? Perché in realtà non hai un fine per questa cosa qua.

Può essere la sessione, però per ora rimane nell'area dell'interesse, diciamo così, di studio, stai prendendo nota, stai leggendo.

In questo caso qua è perfetta per metterla nelle resources.

Poi ci torniamo, apro una piccola parentesi, ma la mettiamo nelle resources.

Allora, se lì dentro io per esempio ci ho messo, per quanto mi riguarda, lo yoga.

Per esempio, lo yoga per me adesso è diventata una specie di… ho iniziato a farlo da quest'estate, da quando appunto ho avuto il long covid e mi serviva per aumentare la concentrazione, ho visto che mi è servito.

Però in questo momento qua della mia vita, per me lo yoga è una risorsa, è una resources.

Cioè non ho un progetto legato allo yoga, ma semplicemente l'ho messo nella mia routine, mattina e sera, sto iniziando adesso, però è un interesse, perché sto cercando di capire come funziona, sto guardando dei video su YouTube, mi insegno tutti i video su YouTube, anche lì, anche lì.

Una cavolata, tutte le volte andavo a ricercarmi video su YouTube per imparare a fare yoga.

Dopo un po' ho iniziato a metterli dentro le resources, dentro il mio second brain, perché almeno non vado a ricercarmi sempre le stesse robe e non mi ricordo neanche se uno l'ho visto o no, per capirsi, no? Da quanti non guardati, video o articoli, così via.

Quindi lui utilizza questo metodo qua, che è appunto para, project, area, resources e archive, che sembra stare nella parte di archive, che è l'ultima e la parte più importante, se non mi erro ci arriviamo.

I project, per capirsi molto semplicemente, sono i progetti, cioè le cose che devi fare che hanno una scadenza dove all'interno hai degli action item che devi fare.

Cioè, un progetto, nel tuo caso, anche se non ha una scadenza fissa, potrebbe essere il git bar, no? Il git bar per te è un progetto, comunque, perché nella tua vita è molto importante, hai una scadenza, hai delle cose da fare, hai da preparare le puntate, da montare, così via, no? Quindi hai dei task con dei sottotask, così via.

Un altro progetto potrebbe essere, come nel mio caso, per esempio, anche nel tuo uguale, credo, un progetto che stai facendo a lavoro.

Un progetto che stai facendo a lavoro è perfetto per metterlo nei project, per esempio, perché sai che inizia domani e finisce fra tre mesi e poi passa ad un altro progetto.

Quindi, dentro il project ci metti questo task qua con la descrizione del progetto, quello che devi fare, che sembra cavolata, ma anche scrivere quello che devi fare nel progetto, nel summary, cioè questo progetto è per fare questo, no? Sembra strano, ma io quest'estate l'ho usato perché quando non riuscivo a capire cosa stavo facendo, andavo a rileggermi anche quella cosa lì, in due righe, quello che dovevo fare, qual era il fine.

Quindi serve anche per ritrovare la motivazione a volte, no? E poi c'hai i task, che sono i classici task, no? Cioè, GitBar, per esempio, c'era il task registrare la puntata con manuale.

Quando hai fatto la puntata con manuale, cosa devi fare? Prendere l'audio e montarlo e fai un altro task.

Poi, quando l'hai montato, prendere e pubblicarlo su, sto dicendo cosa a caso, eh? Su Spotify.

Quando hai fatto quello lì, prendere e mandare il messaggio su Telegram a tutti, sul gruppo, mi raccomando, tratto, iscrivetevi tutti al Telegram di Murru, di GitBar, e pubblicizzarlo anche sul canale, no? Questi sono tutti task che, ah, li stai già facendo, mentalmente, in modo automatico, ma in realtà sono task che ti occupano del tempo, no? E ovviamente, se te non li scheduli e non sai quando devi farli e in che sequenza, questa cosa qua ti crea, si torna alla parola iniziale, frustrazione, perché dici, oh cavolo, devo ancora fare questo, e se te hai in testa che devi ancora fare quello, ma stai facendo altro, non ti riesci neanche a concentrare su quello che stai facendo, perché devi pensare che devi montare l'audio di GitBar, della puntata con Emanuele.

A questo serve ancora il second brain, a liberarti la mente, che è la cosa più importante che c'è, perché te sai esattamente quello che stai facendo in questo momento, quello che devi fare domani, quello che devi fare fra una settimana, quello che devi fare fra un mese, quello che devi fare fra dieci anni, ok? Sapendo quello che devi fare, il cervello si rilassa, dice, ah, tanto so quello che devo fare, chi se ne frega? Ci metti un po' a entrare in questo meccanismo qua, però funziona, no? Le aree, in questo metodo, diciamo second brain, sono delle aree della tua vita legate ai progetti, nel senso, io per esempio ti dico le mie aree, anche se non andrebbero dette perché dice che è meglio non fare, il mio second brain non l'ha mai visto nessuno e non deve mai vederlo nessuno, come organizzato, quello che c'ho scritto dentro, perché è una roba segreta, come il diario segreto, non devi far vedere quello che c'è scritto.

Come quello di Andreotti, più o meno.

Esattamente, il nostro forse è un po' più… meno pericoloso.

Umile, umile, chiamiamolo umile, profondamente sì, è la stessa roba.

Io per esempio nelle mie aree ci ho messo software one, perché è un'area importante nella mia vita, il mio lavoro principale è software one, quindi l'ho messo quello lì.

Lo sport ci ho messo perché è un'altra area importante nella mia vita e ho dei goal anche lì, ho dei progetti, tipo finire l'Ironman l'anno prossimo, per bene un progetto, lo tratto come un progetto, esattamente come un progetto, che è anche un goal della vita, ma questo è un altro discorso, questo passeremo dopo.

E poi ci ho messo anche per esempio, cosa c'ho messo? Ah, side business, perché nel frattempo ho anche una start up insieme, magari qualcuno di voi la conosce, Marta Basso, però non è il mio lavoro principale, ma è un side project.

E i side projects nella mia vita sono importanti, sono, no? Nel side project ci metto anche la content creation, per capirsi, la content creation per me è una sotto area dell'area side project, side business l'ho chiamata, mi ricordo me l'ho chiamata.

Quindi, questa area qua è importante perché riesci a dividere i progetti per categorie, a quel punto dai anche la giusta importanza o meno, perché ovviamente i progetti software one ovviamente, diciamo, nella mia vita hanno priorità più alta rispetto allo yoga della mattina, ok? ovviamente, perché altrimenti dopo se sbaglio a fare troppe cose di fila in software one posso fare yoga anche otto ore al giorno perché non c'ho più lavoro, capito? Che sarebbe una cosa bella, ma non mi pare il caso visto che ho anche un figlio, quindi mi pare brutto farlo vivere a yoga, non so quanto camba.

E queste sono le aree.

Poi le resources sono, è un misto, questa qua ci ho messo un po' a capirla anch'io, come ho detto prima, degli interessi che hai che ancora non hanno né un'area né un progetto definita e magari neanche mai ce l'avranno.

Cioè lo yoga, ripeto per me, è una cosa in più, non è un'area specifica o non un progetto per lo yoga.

Mi piacerebbe fare yoga perché ho visto che mi aiuta sia mentalmente che anche a livello fisico però rimane, diciamo, nella sfera degli interessi.

Ah, un altro interesse che ho detto prima, l'astronomia.

Mi metto una telafista dell'astronomia e lì dentro ci sto buttando tutte le note, quello che trovo sull'astronomia.

Di solito quello che è dentro la risorsa non ha mai un progetto legato o un'area legata, rimane lì dentro, rimane nel suo mondo delle risorse e così via.

Però è un qualcosa dove ci metti dentro informazioni, note, diciamo non hai task dentro alla parte di resource, diciamo così, per semplificarlo, però hai un sacco di note, quindi hai delle note legate a appunti, libri, tutto quello che ti pare.

Poi l'ultima area che è l'archive, ripeto, è una delle aree più importanti, anche se uno dice l'archivio, chi se ne frega, ci metti roba archiviata.

Però quando finisci un progetto lo metti lì dentro, quando finisci un task ti finisce lì dentro.

Ti servono due cose.

Prima, per capire cosa hai fatto nella vita, a un certo punto mi sembra di non aver fatto niente.

Sono arrivato a fine giornata e non mi sembra di aver fatto niente.

Se apri l'archivio ti rendi conto che c'è una lista magari di 40 progetti finiti nell'ultimo anno e dici, vabbè dai, più o meno qualcosa ho fatto allora.

E poi ti serve anche per ricercare delle cose che magari non ti servono in quel momento là.

Hai la mente pulita perché nei progetti, di solito, ci devi tenere quelli attivi, quelli che poi non utilizzi più perché hai finito un progetto un anno fa e non ti serve che tu li vedi ancora nella lista dei progetti.

Non ti serve.

Anche se fosse in stato done, perché io ho fatto quattro stati, anzi cinque, non mi pare, ho il to do, in progress, done e on hold.

Oddio, quanti sono? Quattro.

Anche io sono...

Quelli lì sono.

Quando lo metto in done ho una regola sui mio notion che dopo due mesi che sono in done me li butta direttamente nell'archivio.

Ora, io ho nominato notion perché utilizzo notion.

Poi lo strumento che ho all'inizio non è importante.

Potete fare anche il second brain su carta, va benissimo.

Se preferite utilizzare Obsidian che va di moda, secondo me non va bene prendere il second brain fatto come Tiago Forte.

Murro utilizza Obsidian, è ambassador, però ognuno utilizza quello che gli pare e quello che gli sarebbe bene.

Ognuno si deve calare poi nello strumento che gli piace, poi non siamo fighi, ci piace utilizzare anche cose che non utilizza nessuno perché siamo numeri uno, così via.

Io ho scelto notion perché mi piaceva già da prima.

Perché è bello.

È bello, è bello, però lo conoscevo già, ho detto che è inutile che mi metta a studiare un altro tool per fare la stessa roba.

Conosco già questo qua, ci sono un po' di template, c'è anche il mio adesso, perché ho fatto il mio template per il second brain e ho avuto il coraggio di metterlo sul Gumroad perché mi vergognavo, però ce l'ho messo.

Mi hai bruciato il balocco.

Ho bruciato il balocco? Vabbè, chi se ne frega.

Vabbè, ne dovrò tirare fuori un altro.

Però l'ho messo lì perché mi vergognavo un po' a farlo vedere come l'avevo fatto, non è una classica cosa da sindrome dell'impostore che ci ho da 40 anni a questa parte.

Però ho avuto il coraggio di metterlo perché comunque ho trovato, quando l'ho fatto vedere altre persone il template, non il mio, come l'avevo fatto, ho detto, ah, figo, bello, era figata come l'hai fatto.

In realtà non è che ho fatto chissà che, ho seguito quello che c'è scritto sul libro e l'ho riportato sul Notion, praticamente non è che ho fatto il tool della vita.

Ci sono altri template fatti meglio, molto evidente.

Però appunto è il motivo per cui, se torno all'inizio, quando mi chiedono come fai a fare tante cose, oppure a far sembrare che fai tante cose, perché poi a volte mi rendo conto che più sembra, perché mi sono organizzato in questo modo qua.

Io ho tutto, cioè Notion, se la mattina arrivo al pc e non apro Notion, ti giuro che non so cosa fare.

Sono arrivato a quel punto lì, perché ho la mente talmente libera, riesco ad avere la mente abbastanza libera.

Poi a volte c'è anche io, metà Arli, che se non torno al pc la sera alle 9, quando ho messo a letto tutti i cani fuori, ho picinato che devo tornare al pc in mezz'ora perché se non mi tolgo quel bug, sto male.

Quello è il nostro lavoro, purtroppo, anche facendo così.

Però di base.

E anche il trattamento è un task, me lo metto come task, attenzione, tornare al pc perché voglio risolvere questo qua.

Mi sono riuscito a liberare talmente la mente che la sera, tra l'altro, riesco, cosa che non riuscivo più a fare, a leggere anche più di un'ora pensando a quello che sto leggendo.

Quante volte vi succede che state leggendo un romanzo, però ti parte la tangente? Addio, però mi è tornata in mente l'idea, quello che avevo fatto, pure il bug.

Ti giuro che non ci sto più pensando perché so che tanto ce l'ho scritto lì sopra e lo vedo domani.

Ho il tempo perché ce l'ho già organizzato e tutto.

Quindi a questo serve.

Perché rischiamo, molto semplicemente, è una parola un po' abusata nell'ultimo minuto, ma il burnout è una cosa reale che può succedere.

Il burnout anche da informazioni o da voglia di fare troppo è un problema.

Non è solo il burnout perché al lavoro sei stressato.

Il burnout in generale, sono tante le cause del burnout.

Da dove può partire? Verissimo.

Tra l'altro, mi è venuta in mente una cosa come quando ti trovi dal parrucchiere quando stanno per chiudere e spengono tutti i phone e tu dici, ah, perché? Perché il cervello nel frattempo il rumore del phone fisso te lo leva, quindi tu non te ne accorgi.

Però nel levarlo fa fatica, fa un lavoro in background che uno non si accorge e quando non c'è più dici, ah, come sono rilassato ora.

Però non senti il phone per rimanere.

Questo rumore qua con questi metodi qua te lo togli.

Un po', poi può rimanere perché il nostro cervello è abbastanza… qui sono arrivato poi a leggere anche altre cose.

Il nostro cervello è una cosa incredibile.

Se voi provate a non pensare a niente non ci riesce perché deve sempre lavorare.

Se no si spegne e non funziona più.

Allora come autodifesa deve sempre pensare a qualcosa.

Però se te riesci a farlo pensare meno alle cose che ti creano il rumore mentre fai altro, riesci a fare anche un sacco di cose più perché poi sei più concentrato, sei più schedulato, vorrei dire anche un'altra parola che odio ma non so mai come tradurla in italiano, schedule, sei più… Sul pezzo! Sul pezzo, ecco com'è la traduzione, sul pezzo.

Sei più sul pezzo, capito? No, questo è, questo è.

Però guarda, è bellissimo ragionandoci mentre parlavate, stavo pensando a una parola italiana che è procrastinare.

Bello! Fondamentalmente l'utilizzo di questo metodo… È stupendo procrastinare! Esatto! Ma l'utilizzo di questo metodo non fa altro che utilizzare la procrastinazione, non so se si dica così, ma in modo efficiente.

Si chiama procrastinazione attiva, è vera questa cosa qua, non sto dicendo… Ah ok, la provo a capire.

Procrastinazione attiva si chiama, la chiamano attiva o, aspetta, la chiamano non… attiva non la chiamano in altro modo, in realtà è tipo non fantasiosa ma qualcosa del genere, cioè a me succede, sai quando la uso, è stato qua, quando devo preparare un talk, io la prima cosa che faccio, questo è il mio metodo, ah non utilizzatelo, mi prendono un talk fra un mese e mezzo da qualche parte, perfetto, e ti mandano di solito più o meno il template delle slide, no? Nella stessa circostanza o poco dopo.

Prendo il template delle slide, lo metto lì, mi metto il titolo, mi metto tutto, metto la foto, metto le cose e lo salvo sul mio OneDrive, voi lo salvate su Dropbox, su Google Drive, dove pare io uso OneDrive perché sono un maestro Hotman, lo metto su OneDrive nella mia cartella dove c'è tutta roba degli eventi ok e lo lascio lì, però è solo pronto per essere utilizzato ma lo lascio là e nel frattempo procrastino volutamente e inizio a pensare al talk piano piano, mentre faccio altro e dico ma potrei fare anche questo qua, potrei fare anche quest'altro, due o tre settimane prima, poi dipende dal tipo di evento, dal tipo di quello che devo fare, che riapro il template delle slide e ci scrivo roba dentro perché ci ho già pensato per due settimane in modo procrastinando, cioè lo faccio dopo ma ci ho già pensato e quindi mi viene più naturale scrivere le cose dentro e poi ovviamente faccio anche la demo, quella del codice, se ho da fare una demo, nel 99% dei casi le mie sessioni sono tutte di live coding con demo, quindi di solito preparo comunque il backup di quello che andrò a fare, onde evitare che mi schianti Visual Studio Code, che mi schianti l'ambiente, che profondamente poi faccio, ho sempre il backup, però fondamentalmente uso la propria stazione TV per fare questa cosa qua, è uno dei pochi casi in cui la utilizzo perché se inizio a procrastinare non finisco più, perché come sono fatto io, però si può utilizzare assolutamente, è anche questa cosa qua del mettere da parte le cose, mettere da parte i progetti con i task ok, è una sorta di procrastinazione perché in realtà non è che poi procrastini, cioè procrastini in modo attivo perché te ti sei organizzato su quando farli e cosa devi fare, lo sai già, quando ci arrivi a farla però, no? E poi quando arrivi a farla non è neanche facile iniziare a volte però, perché lì c'è un altro scalino qua da fare, no? Te dici ok, la mattina, domattina devo fare una cosa che veramente non ho voglia di fare, perché è un task veramente palloso, no? Non c'ho voglia di farlo.

Quante volte succede, a spunto, al lavoro nostro, no? Forse il 90% del lavoro che facciamo è una roba che fa schifo, il 10% è fare un nuovo progetto, fare il POC che funziona, poi però devi metterlo in produzione, quella roba là, e ci perdi tre mesi dopo un giorno che ti sei divertito, per tre mesi fai il lavoro noioso.

Io utilizzo un altro metodo, che non ne parliamo adesso, che è la regola dei 5 secondi, è una roba stupida, che dita in un secondo è, te hai la pagina bianca davanti, per capirsi, e dici oddio come faccio ad iniziare, non c'ho voglia, perché il nostro cervello, qui è maledetto, il nostro cervello è maledetto, ti dice non iniziare perché poi fa schifo, sei stanco, ma che lo fai a fare, guarda là non hai fatto ancora niente, 5 secondi, 1, 2, 3, 4, 5, e inizi a farla.

Quando inizi a farla vi andrà sola.

Sembra regola stupida, c'è una che ha scritto un libro su questo, io ovviamente ce l'ho, non potevo non comprare un libro del genere, il libro poteva essere 4 pagine, ha scritto tipo 120 pagine, 5, una per secondi, il contatore poteva essere, invece 120 pagine, mi sembra, si chiama proprio la regola dei 5 secondi se l'andate a cercare, è molto carino perché ti spiega come fare questo qua, e quello lo utilizzo anche se mi devo allenare, così via, no, qua non c'ho voglia, perché sono stanco, ok, regola dei 5 secondi, conti fino al 5 e inizi a farla.

Io uso quelle di 50 per alzarmi dal letto, non so se qualcuno di voi lo fa, io conto un minuto che sono 60 e mi alzo dal letto.

Un esempio che fa la tizia che ha scritto il libro perché è una donna, è quello di alzarsi dal letto, lei non riusciva ad alzarsi dal letto alla mattina, e lì che s'è inventata, dice la regola dei 5 secondi, cioè conti fino al 5 e ti alzi, una volta che butti i tuoi piedi, a che punto vai in bagno da solo, fai le cose da solo e continui a parlare.

E questo lo applica su tutto, però non è facile.

È super interessante, tu Emanuele hai detto che catturi le note utilizzando notes, giusto? E poi le porti sul tuo notion dove hai da una parte la raccolta delle informazioni, dall'altra la pianificazione in termini di produttività della tua vita, ho capito bene? Sì, sì, assolutamente.

A livello proprio di processo, come avviene? Cioè la raccolta delle informazioni e la pianificazione sono due elementi separati, come li gestisci? Sono assolutamente separati i processi separati e devono essere separati, anche per definizione.

Quindi prendo le note e le lascio lì a decantare.

Poi, nella mia morning routine, una delle routine che ho, verso la fine ho una quindicina di task che faccio la mattina, una di quelle cose lì è riorganizzare le note.

Che lo faccio, però attenzione, ho smesso di farlo ogni mattina, lo faccio una volta a settimana, il lunedì mattina lo faccio, mi risistemo le note che ho preso la settimana precedente o anche settimane precedenti, dipende se alcune sono veloci o no.

Me le leggo, me le guardo e me le metto a posto dentro al mio notion.

Questo anche perché una volta a settimana, lunedì mattina, io mi organizzo anche la settimana, con i progetti, con i task e tutto.

Poi ovviamente c'è l'imprevisto, c'è quello, c'è quell'altro, non è un problema se un task lo devi spostare, assolutamente, non ti devi ammalare, tipo ieri ho spostato due task perché ho avuto un problema sul progetto che sto facendo, pensavo di metterci poco a fare una cosa, in realtà ci ho messo di più e due task che dovevo fare il pomeriggio, li ho messi che dovevo farli oggi, ma non è un problema, perché succede, se la vita fosse senza imprevisti sarebbe veramente una vita brutta, quindi ho spostato semplicemente i task oggi.

Il lunedì mattina è quando faccio questa cosa qua e poi lunedì mattina serve appunto nei task che si chiama Organize My Week, il task che ho sul mio to do è organizzarmi anche i progetti, ridargli la priorità, perché magari cambiano priorità a volte, succede che un progetto diventa da priorità alta a bassa o viceversa, un progetto da bassa a alta, come è successo al lavoro per esempio, il progetto che stavo facendo era una fase in cui aspettavo, diciamo così, adesso è diventata priorità super altissima perché settimana prossima bisogna rilasciare un cliente, quindi di solito per come funzioniamo noi più o meno, dipende dal tipo di lavoro che si fa più o meno tutti, però più o meno a noi ci cambiano le cose una volta a settimana, quindi è lì che riesci a riorganizzarti.

Poi se una volta durante la settimana devo riorganizzarmi un task, cambiare le priorità, ovviamente lo faccio, non è quello il problema, però di solito il lunedì mattina mi prendo mezz'ora, 40 minuti per fare la mia organizzazione della settimana, che ti dici cavolo, ma mezz'ora, 40 minuti potresti fare altro, sì, ma dopo quel tempo là me lo ritrovo perché sono già organizzato per la settimana, capito? Quindi ho più tempo poi dopo, anche se non sembra appunto perché perdi, tra virgolette, quella mezz'ora a organizzarti la settimana.

Volevo chiedere invece, Leo, tu come approccia questo mondo? Allora, io non ho un metodo… Io non lo sento.

Mi sentite? Mi sentite? Prova a uscire e rientrare, Leo, perché io ti vedo offline.

Vedo la barra che si muove ma non lo sento.

Non lo vedi neanche, vero Emanuele? No, no.

Io invece lo sentivo, perché ognuno di noi ha un canale separato.

Ah, ok.

Ok, adesso vai pure, Leo.

Ci sono ora? Sì, sì.

Ci sono? Ok.

No, dicevo, io non ho un metodo particolare.

In realtà io uso Todoist, organizzato con alcuni progetti, però spesso sono task singoli.

Preferisco usare Todoist per delle cose che devo fare un giorno specifico, se sono singoli task non eventi, piuttosto che il calendario, perché tanto Todoist mi la mette sul calendario.

Oggi dovrei disdire Amazon Prime, perché con il fornitore luce gas me lo pagano loro.

Non l'ho messo sul calendario, ma l'ho messo su Todoist, non so nemmeno quanto tempo fa.

Perché poi è anche molto più veloce per cercare la data.

Insomma, non l'ho fatto bene.

Sinceramente vorrei trovare qualcosa, più che altro per provare, perché altrimenti tendo a procrastinare la ricerca di questo metodo e continuare a vivere così.

Invece vorrei vedere, non tanto a seguire, come dicevo prima, tanto a farmi dare delle informazioni e vedere quello che riesco a recepire e se riesco a darmi un po' più di organizzazione.

Perché noto comunque che mi manca qualcosa da quel punto di vista.

Sapete, io ho distinto, ci sto lavorando da un po', come vedete qua ci sono un po' delle mie agendine, con tutti i bei post-it per identificare i punti salienti, le live retrospective e cose di questo tipo.

Perché sì, sono malato e ogni tanto faccio le retrospettive della mia vita.

Anch'io, tranquillo, una volta a settimana, tranquillo, non sei solo.

Allora siamo uguali.

Sai chi è veramente la persona più malata sotto questo aspetto che abbia mai conosciuto? L'hai conosciuto anche te? Ed è, la nominiamo, poi glielo dico anche la mia nominata così si lo ascolta, Michela Bertaina.

Ah, la conosco, sì sì.

Michela Bertaina, voi forse non conoscete il suo aspetto più malato della sua persona.

Io l'ho visto, me l'ha fatto vedere, me l'ha parlato, ne stiamo parlando.

Poi non voglio dire cose che non voglio dire, diciamo, private, ma pensavo di stare male io, poi ho visto le cose che fa lei, ho detto no, ok, lei è peggio di me.

Perfetto.

Quindi non ti vantare, caro mio murru, di essere… perché non hai visto quello che fa lei.

Aspetta che ti racconto il V2 in realtà, perché da un po' di tempo, quello era il Mauro versione 1.0.

In realtà, per l'organizzazione del podcast, noi usiamo Notion, super innamorati, Leo lo conferma, abbiamo la nostra kanban con gli episodi, gli ospiti e tutto, con il nostro template per le puntate che praticamente buona parte delle volte disattendiamo perché andiamo praticamente a braccio.

Però la cosa interessante è l'evoluzione che ho fatto.

In realtà ho distinto le due parti della mia vita, la parte organizzativa dove mi appoggio quasi completamente al calendario, punto, non uso altro che non sia un calendario, compresa la condivisione familiare e quant'altro, e poi utilizzo un altro strumento che è Obsidian, che secondo me si presta perfettamente per alcuni passaggi.

Obsidian l'utilizzo solo per le note giornaliere e le retrospettive.

Potrebbe essere un pezzo di carta, però in realtà le retrospettive hanno la possibilità di incorporare le note giornaliere o riferire alle note giornaliere dove è successo qualcosa di specifico.

E quindi ogni giorno mi metto a scrivere un elenco puntato di quello che faccio e delle sensazioni e soprattutto di quello che ho appreso.

Cosa succede però? Che una cosa che faccio spesso è gestire contenuti.

Io vi ho detto che sono un fruttore di contenuti a livelli spaziali.

Ho avuto dei problemi nel senso che leggo tantissimo, macino tantissimi, guardo tantissimi video di YouTube e tutta questa conoscenza mi spariva.

È un po' il motivo per cui è nato il podcast, cercare di mettere un punto fermo, write it down, metti un punto fermo a quello che stai apprendendo in modo da farlo sedimentare.

Con gli episodi del podcast facevo così, però adesso sto intensificando anche l'attività dei talk pubblici, ho deciso di lavorare anche in quella direzione.

Per come sono fatto, i talk che io tendo a proporre sono un mix di elementi che non c'entrano un cavolo tra di loro.

Ho fatto degli episodi dove portavo Calvino a raccontare il refactoring, perché? Perché erano due cose che conoscevo, ho trovato un punto di connessione per costruire una forte analogia e per raccontare quel mondo.

E in questo caso Obsidian è diventato il secondo archivio di quello che so, la mia knowledge base.

Quindi cosa faccio? Quando mi metto al telefonino sul divano ho smesso di fruire informazioni usegetta e brevi.

Io ho tagliato fuori tutte le informazioni brevi.

I tweet o sono dei thread lunghi, oppure non li prendo neanche in considerazione, c'è un link che voglio approfondire quindi il tweet lo uso come titolo, oppure ci passo sopra e mi cerco l'articolo.

Per esempio ho preso un libro bellissimo che è Software Engineering at Google, ho guardato l'indice, ho guardato i capitoli che mi interessavano e in un'ora e mezza mi sono letto due capitoletti.

Ma cosa succede? Io li sto leggendo dal telefonino così come guardo i video nel telefonino.

Come faccio a tenere traccia di questa informazione? E questa è la cosa che mi sta gasando tantissimo, veramente sono preso benissimo da questa cosa.

Ho fatto la subscription a un tool che si chiama Readwise, non so se lo conoscete, se non lo conoscete conoscetelo perché è una delle cose più belle del mondo, da quando l'ho scoperto è una figata.

E cosa faccio? Quando leggo, adesso che sto terminando i miei studi per esempio sul carico cognitivo, ieri sul libro di Software Engineering at Google che è gratis o fruibile su web, c'erano dei passaggi sulla Codebase Discovery che mi interessavano, allora cosa ho fatto? Li ho evidenziati, li ho mandati direttamente dall'iPhone a Readwise, ho potuto mettere una nota e mi li sono già trovati su Obsidian.

Allora cosa ho fatto stamattina presto? Ho fatto una sorta di sunto delle informazioni che mi servivano perché in questo periodo sto utilizzando un metodo che è un po' il padre di code, che si chiama Zelkasten, andatevelo a cercare, fatto da un sociologo un gozziliardo di anni fa che usava delle cardine in carta e appuntava.

E cosa ho fatto stamattina? Ho ritratato l'informazione e una cosa bellissima che Obsidian mi permette è di creare dei collegamenti tra queste informazioni.

Io sto arrivando nella preparazione di questo total core relativo articolo o articoli ad avere ormai i contenuti già fatti perché gli elementi ci sono, i ragionamenti ci sono, devo solo prendere questi riferimenti, unirli a quelle che sono le mie riflessioni profonde e il contenuto è pronto.

Questa è la parte di content creation.

Per quanto riguarda invece la parte di esplorazione della codebase che faccio tutti i giorni per fare debugging, una cosa che sto facendo che è bellissima dal mio punto di vista è utilizzare Obsidian per archiviare i commenti sui pezzi di codice che leggo.

Buona parte del nostro lavoro è leggere codice che non capiamo perché magari scritto dagli altri o da noi quando non ne avevamo voglia.

Io anche il mio spesso non capisco, anzi, più facile che capisca il mio riguardo degli altri.

È bruttissimo quando fai un git blame e trovi il tuo nome.

Esatto, a me capita spessissimo, è capitato anche stamattina.

Cosa ho fatto? Tendo a mettere il link di GitHub e mettere il testo di quello che sto pensando compresa la possibilità di unire, non so se lo conoscete, delle immagini e dei pasticci fatti con Excalidru.

Leo lo conosce sicuramente perché in azienda lo usano tantissimo, immagino, perché so che Matteo è un fan di Excalidru, in tutti i suoi slide c'è qualcosa.

Però ecco, la possibilità di inserire questi questi pasticci che io era quello che facevo con i miei notebook, completa il ragionamento.

A quel punto, quando vado ad esplorare la Codebase, la mia documentazione è personale.

Mentre sto scrivendo queste note, le sto organizzando, le sto fissando.

Il livello successivo, appena avrò tempo, è fare in modo che si interfacci con Visual Studio Code, in modo che io possa vedere sulla riga sottolineata la nota che me lo spiega.

Poi si può fare un plugin.

Per quanto io sia fan di Notion, per fare questo che fai te, per esempio, Notion non andrebbe bene, perché Obsidian serve proprio a correlare informazioni fra di loro.

È il motivo per cui sono passato a Obsidian, io bisogno di una mappa delle informazioni che ho.

Se tu lavori con il tuo cervello così, fai bene ad utilizzare Obsidian, perché Notion sarebbe un limite per te per utilizzarlo così, perché non serve per fare questo.

Non serve a un altro tipo, a un altro propose Notion rispetto a Obsidian.

Poi, utilizzare invece Obsidian per quello che fa Notion, insomma, è sbagliato, come è sbagliato a fare l'opposto.

Quindi assolutamente così.

Però se ti lavori così, assolutamente.

A parte che mi è venuta in mente, che mi è trovata una cosa, potresti anche uscire e drogarti come fanno tutti, invece di stare la sera.

Per esempio, quello che potresti fare.

Io ti capisco perché faccio anche io lo stesso lobby che fai te, però probabilmente potremmo uscire e andarci a drogare.

Però questo è un dettaglio.

Ho una domanda che un po' mi porta anche a un blocco.

Tu hai detto che sei passato da Notion a Obsidian e tutta la roba che avevi su Notion l'hai trasportata di là.

Cioè, io comincio a fare la mia knowledge base personale su un tool, poi mi accorgo che non funziona più.

Ecco, io sono bloccato, che faccio? Ne tengo metà qui e metà di là, la porto di là come? Allora, vai, scusa, scusa, Murro, ma vai.

No, no, vai, vai.

Se fai solo knowledge base, in realtà, cioè, devi portarti solo quello.

Per esempio, Notion alla fine sono dei file markdown, per capirsi.

Quindi, se devi spostare da una parte all'altra, riesci a farlo anche in modo abbastanza agile.

Ci sono anche dei tools, penso, tipo Obsidian, che ti importa la roba di Notion e viceversa, Notion portare Obsidian e così via.

Se hai la knowledge base e basta, in qualche modo riesci.

Non è tanto il tool che ti crea ansia.

Capisco l'ansia, perché ce l'ho anch'io.

Cioè, se un giorno Notion chiude, devo trovarmi un'altra roba per fare la roba che utilizzo per fare...

Io non volevo fare lo Stallman della situazione, perché, comunque, Obsidian non credo sia open source, tra l'altro.

No, non è open source, ma lo puoi utilizzare dove vuoi, alla fine, rispetto a Notion.

Se domani davvero Notion, il zio, dice, sai che c'è? Mi sono rotto le palle, voglio fare i missili che vanno su Marte con Elon Musk e chiude Notion.

Io non ho più Notion, perché è tutto su cloud.

Obsidian, te lo savi dove ti pare a te.

Queste sono le differenze.

Quindi più o meno c'hai qualcosa.

Il problema di Obsidian, però, è che non può essere collaborativo, a meno che non butti tutte le note su Git.

Perché le note sono dei file markdown con front matter per mettere i tag o qualunque tipo...

E' fantasticissimo, perché alla fine è un database.

Tutti i field stanno su front matter e poi puoi collegare note e fare cose.

Per la knowledge base è veramente figo.

Io lo uso collegato al calendario, in modo che quando ho il day planner, cosa faccio? Mi importo il calendario direttamente nel file markdown del giorno e sotto ogni voce del calendario posso scrivere delle annotazioni con il link alla persona.

In realtà non lo faccio questo, però ho pensato a farlo, poi ho pensato di essere anche una brutta persona e quindi ho deciso di non farlo.

Io non lo uso.

Però io vengo dal mondo della politica.

Prima ho fatto la battuta su Andreotti, che aveva una pagina nel suo diario per tutti.

In realtà quello che fanno molti politici è quello di fare semplicemente dossieraggio.

Quindi io incontro Pinco Pallo, ci scambio una cosa, vedo il suo interesse per il calcio, scrivo Pinco Pallo e gli interessa il calcio.

Ecco, in realtà volendo potresti farlo perché c'è tutto un sistema di referenze.

Ci ho pensato, poi ho detto no, sarei una persona di merda e quindi ho deciso di non mappare questa cosa.

Però in realtà, per esempio, il lato dei day planner è l'unico spazio che io lascio al mondo dell'organizzazione.

Un'altra cosa importante è che sono una persona molto visiva e non riesco a organizzare le cose in modo gerarchico.

Cioè facendo collegamenti tra concetti, in quello che parlo, quando parlo, mi viene difficile.

Per esempio oggi ho parlato di zelkasten, che è una cosa che ho scoperto quando stavo pensando come fare una personal knowledge base.

Ma quelle informazioni che ho appreso studiando il modello zelkasten mi sono utili per il mio talk sull'esplorazione delle codebase.

Cosa mi è bastato fare? Nella nota markdown dell'esplorazione del codebase ho messo il tag alla pagina zelkasten con un distillato di tre righe.

Quando andrò a fare il talk o a scrivere l'articolo ci sono una serie di informazioni che voglio portarmi appresso.

Capisco le lacrime, perché capisco le lacrime assolutamente, però per come funziona il mio cervello invece non potrei utilizzare obsidian, perché io invece ho bisogno di averci delle scatole chiuse con le cose dentro.

Ma questo è un discorso speciale inizio, ognuno deve trovare poi il suo metodo, il suo tool.

Non c'è un tool definito che… perché se io inizi a fare come fai te mi perdo.

Inizierei ad averci 800.000 referenze alla stessa roba che sarebbe inutile.

Ripeto, è un mio limite, è un mio problema, che in parte mi ha risolto notion a me, per esempio, che invece io ho bisogno di averci… come dicevi te, se ti scatoli la roba non ti serve a niente, io ho il bisogno opposto.

Mi devo scatolare la roba, sapere dov'è e ricordarmi solo dov'è invece di ricordarmi invece tutti i vari collegamenti, ma ripeto, ognuno ha il suo modo anche di pensare.

Io ho una mente mista, mi hanno sempre detto i vari psicologi e così via, dove sono andato, dove ho ricominciato ad andare, talvolta dopo di tempo.

Ho una mente molto matematica per certe cose, molto logica, perché è matematica, però allo stesso tempo ho un lato fantasioso molto spiccato, quindi per quello che sono sempre molto combattuto anche interamente, perché ho queste cose che litigano fra di loro.

Negli anni ho imparato a utilizzare questo, questo è il mio vantaggio, però, è il motivo per cui ho iniziato a sviluppare prodotti da qualche anno, è questo motivo qua, che come sviluppatore io non sono un grand che, cioè non sono un sviluppatore normalissimo, sono gente che scrive codici meglio di me e ne trovo quante ne vuoi, ma allo stesso tempo però ho una mente molto portata a sviluppare prodotti, perché riesco a capire le nuove feature, riesco a capire se vedo una roba nuova che esce sulle grafiche di Microsoft e dico, aspetta, però questa la potrei utilizzare così, tirando fuori le informazioni facendosi e ci tiro fuori una feature, cosa che altri nel senso che non hanno.

Cioè invece chi è molto più, gli dai da fare, da risolvere il problema più difficile del mondo con l'algoritmo della vita, te lo fa, io non lo so fare, per esempio, con i mix, però mi tiri fuori una feature nuova da questo prodotto e ti guardi e dici, ma io se non mi dici cosa devo fare, non so cosa fare, quindi io sono invece un mix, però ho imparato a gestirmela, perché prima invece ero frustrato, anche lì perché non sapevo scrivere bene il codice, però allo stesso tempo ero curioso, non capivo cosa dovevo fare nella vita e adesso l'ho capito, i prodotti, se no impazzisco.

Quindi ognuno ha il suo modo di utilizzarci, anche per natura, purtroppo a volte abbiamo della specie di constriction che abbiamo, che siamo fatti in un certo modo e non ti puoi cambiare.

Quindi Obsidian per me sarebbe una roba che dopo tre giorni mi trovano ad Arkham insieme a Gio.

Figata, però potete poter usarlo.

Allora, per l'organizzazione della tua vita io non te lo suggerisco, ma neanche morto.

Non lo uso io e non lo suggerirei a nessuno.

Io ho i miei day planner, le mie review e vanno bene, ma non organizzo più di tanto.

Per quanto riguarda invece l'organizzazione dei contenuti, il partire da un grafo di contenuti ti permette, o almeno a me ha permesso, di non utilizzare internet come tua knowledge base e quindi non perderti, ma muoverti all'interno di informazioni che sono già tue, ti appartengono perché le hai metabolizzate e ti permette quindi di creare in modo molto più rapido, molto più concreto.

Qual è la differenza in realtà? Ed ecco perché sono passato dalle moleskin, loro lo vedono, questi sono i miei appunti con i miei disegnini di Rust.

Perché sono passato? Perché in realtà quello che mi mancava è l'organizzazione dell'informazione.

Però la cosa bella di avere un grafo, cioè proprio io vedo le mie note markdown su un grafo, con i collegamenti, e con i collegamenti non espliciti, altra cosa figata che mi ha mandato in pappa il cervello, cioè se c'è un tag o una cosa che anche se non è esplicitamente collegata, Obsidian ti dice guarda che questi due pezzi potrebbero combaciare insieme.

È bellissimo perché c'è tutta la parte di exploration che faccio all'interno della mia codebase.

Cioè io posso, quando sto parlando con te, dopo un po' o quando devo prepararmi una puntata, cerco un topic su quello che so, che sono le mie note personali, le mie riflessioni, le citazioni, io cosa faccio? Clicco su una roba, vedo i collegamenti, io in dieci minuti ho già chiaro in mente cosa devo dire, perché mi riprendo tutti i pensieri, i miei pensierini elementari che mi sono scritto quando avevo cinque minuti.

Ed è tutta roba mia.

Lo capisco su questo qua perché il tizio che sto cercando adesso mentre parlavi, perché intonatamente non mi viene in mente ma è come si chiama il tizio che seguo anche su YouTube, si chiama Ali Abdaal, che è il tizio che pubblicizza più di tutti, anche se in realtà non mi viene niente in tasca, però è il modo che utilizza lui, il second brain.

E lui per esempio utilizza Obsidian.

Quando facciamo vedere i tool che utilizzava per prendere nota, per fare notetaking e basta, o meglio il capture e basta, perché poi lo organizza dentro Notion anche lui, però utilizza Obsidian.

E anche per quando gli vengono in mente le idee di prodotti da fare, che lui ha anche delle start up, fa anche cose del genere, dei prodotti, delle idee, utilizza Obsidian.

Quindi è assolutamente...

Poi lui lo utilizza, mi ricordo in un video lo spiega, utilizza il software che gli trova le correlazioni da solo.

Cioè note prese a distanza di sei mesi diversi, che per lui non c'entrano niente, gli trova le correlazioni da solo.

E lui piaceva questo software.

Per esempio, quindi ognuno...

Aggiungo anche la modalità giocattolo.

Ci sono le data view, una serie di strumenti dove tu puoi scrivere il tuo codice JavaScript, interagisci, fai le query sulle tue note Markdown che hanno un tag o un altro, che sono una figata.

Per esempio io adesso, nell'articolo che riguarda il fai diverso, io sotto le note sul fai diverso ho una ricerca di qualunque cosa, che è una tabellina, mi viene mostrato come tabellina, su qualunque cosa che usa un tag con la voce protocol o webtree.

Ah ok.

Sì, ho detto, ma ognuno ha il suo fantastico metodo.

Però lo capisco.

Potrei rimanere ore a tenervi a parlare di questa cosa, ma anche no.

E quindi io direi che possiamo andare, se siete tutti d'accordo, visto che siamo già un'ora e venti di puntata, al nostro momento tipico e topico del nostro podcast.

Il momento del Paese dei Balocchi.

Allora, la domanda che voglio fare a Emanuele è quella, hai qualcosa da condividere con la nostra community? Certo! Allora, assolutamente sì, sono molto entusiasta.

Sono super euforico di condividere con te questa cosa.

La cosa che condivido più di tutti in questo momento è il libro che ho scritto, non l'ho scritto da solo, per l'amore di Dio, ho scritto solo l'introduzione, i ringraziamenti ovviamente, ma ho scritto insieme a Marco Minerva e Andrea Tosato, che è un libro sulle minimal API di Microsoft, Aspenet minimal API, che è uscito intorno al 20 ottobre.

Sono molto fiero, e piacere perché è la prima volta che scrivo anche un libro, non me lo aspettavo onestamente una cosa del genere, però nella mia vita non rifarò mai più, perché non mi è piaciuta come esperienza, ma questo è un dettaglio.

Tutti mi hanno detto questa cosa, non ce n'è uno, tutti mi dicono, non si guadagna una cippa ed è un'esperienza terrificante.

Non è tanto guadagnare, guarda, me ne frega proprio niente, il problema proprio è che non mi è piaciuta proprio la...

Poi quelli di Pact sono bravissimi, non è colpa loro, il workflow che c'è da fare per scriverlo, che te devi scriverlo, poi devi scrivere per forza dalle 15 al 18 pagine a capitolo, loro ti fanno una review e te lo rimandano indietro, e lo riguardi, lo rileggi 30 volte, cioè da un po' ti viene veramente che non vuoi più vederlo Word e quel libro lì, non vuoi più vederlo, cioè non ce la fai più.

Quindi preso posto blocco adesso, però ci hanno già chiesto di fare la versione nuova per 8.0, la 7.0 di Hidrotenente la saltiamo, però l'8 lo vorrebbero fare.

Io ho detto agli altri due, ci penso, vi faccio sapere, ma al momento vi dico fatelo voi due e io ne esco fuori.

Però non è tanto per i soldi, come personal branding funziona tantissimo, tutto quello che vuoi, puoi scrivere author su LinkedIn, tutto quello che vuoi.

Per un discorso mio personale, grandissima soddisfazione, devo essere onesto, perché comunque ho scritto un libro, cioè io a scuola ho fatto un professionale, all'altro sono un ignorante, quindi scrivere un libro in un'altra lingua, su una tecnologia, che anche se leggono più di 6 persone, 6 l'abbiamo venduti sono certo, quindi più di 6 persone per me è già un successo, poi non mi interessa vendere 500.000 copie, il fatto che sia uscito per me basta così, cioè goal raggiunto, ciao, fatto.

Nella vita ho scritto un libro, basta, ho finito, un libro tecnologico, altri libri ho scritto in passato che di poesie e cose non c'entrano niente, però il libro tecnologico mi mancava, ho avuto l'opportunità, però non so se lo rifarei.

Il libro si chiama Mastering SP.net Core Minimal APIs, lo trovate sul sito di Pact, è nelle note dell'episodio.

Sì, non vi dico di comprarlo perché sono stato debuttato, è profondamente una cosa di cui vado fiero.

Leo, tu hai qualcosa da condividere? Allora, io ho questo sito per scaricare libri senza pagare.

Vi passo il pdf io, ce l'ho il pdf.

Visto che abbiamo parlato di produttività, volevo condividere un'estensione che ho installato con grande piacere diversi mesi fa, che si chiama Unhook, cioè disuncinare, non lo so, che praticamente toglie tutte le recommendation dai video di YouTube.

Cioè voi aprite YouTube e c'è solo la barra di ricerca, fate partire un video su YouTube e vi leva tutti i video al contrario, così che guardate solamente quello che effettivamente cercate.

Non si chiama in quel modo, c'è un'altra, però ce l'ho, l'ho messa subito anch'io.

Il problema che ho io è che spesso io guardo la roba dall'iPad quando mangio e lì non c'è per cui apro YouTube e dico, oh, guarda quanta roba che mi perdo quando sono al computer.

Sì, da quello assolutamente.

Perché io continuavo a guardare i video delle NBA la mattina, se no, perché mi guardo i video del recap delle NBA, della partita che voglio io.

Poi siccome mi le mettevo a destra tutte quelle uscite ultime, continuavo a guardarli, allora ho messo quelle.

Devo anche dire che tramite le recommendation in qualche maniera, quel Ali Abdaal che te hai nominato, sono andato a vedere il canale, in realtà ho visto qualcosa di lui tempo addietro, in qualche modo mi è arrivato.

Sì, fa qualche milione di visualizzazioni lui, quindi sicuro.

Lui è molto bravo tra l'altro a spiegare, al di là che lo fa per suo discorso personale di guadagnare soldi su YouTube, ma è molto bravo, ti dà un sacco di informazioni.

È molto ego-centro, ha visto come si fa a fare cose di successo.

Assertivo.

Esatto, bravo, perché io non sono l'italiano, quindi mi suggerite sempre parole incredibili.

No problem.

Adesso me la segno, la cerco su Wikipedia, per avere esattamente la definizione, così la posso utilizzare dopo.

Però sì, però è bravo, quindi io lo seguo spesso perché fa sempre video interessanti.

Anche Tiago Forte ha iniziato adesso a fare dei video anche lui, sull'Onda dell'entusiasmo, ne fa molti meno, ma li fa.

Anche lui, sono un po' più tecnici rispetto a Alievdall, li fa molto più… lui invece li fa molto più… Benissimo, allora suggeriamo anche il canale di Alievdall, cioè Balocco Improvisato.

Beh, tanto è nostro.

Visto che state parlando di YouTube, proprio stamattina pensavo a una cosa, se c'è qualcuno di voi volenteroso che vuole lanciare questo nuovo prodotto, vi regalo un'idea, fatemela, vi prego, sono disposto a pagare, ma non ho il tempo per farla.

Mi serve un tool di note taking che possa esportare su Readwise per vedere video YouTube e su un minuto o un secondo preciso prendere una nota personale in modo da condividere il minuto e il secondo.

Sai che l'avevo visto, ma non mi ricordo dove.

L'avevo visto, c'è un'estensione, mi pare.

Per Chrome o qualcosa del genere.

Mi serve un'applicazione mobile, però, perché io sono cose che faccio seduto sul cesso.

Allora costa un po' di più.

No, fesseria a parte, in realtà l'esigenza c'è.

Vi dico come sono arrivato rapidamente a Obsidian, sono arrivato cercando argomenti e come organizzare le partite di D&D.

Siamo un po' tutti mezzo nerdozzi, quindi chiunque conosce D&D.

Ecco, anche io porto un canale YouTube di una devrel che è una super ninja, io la amo, si chiama Nicole van der Hoeven e lei è una master, è una insimmiata pesante su D&D e ha creato il suo sistema di gioco e di note taking per tornei di D&D dove praticamente archivia tutto in modo sistematico, si è sviluppata estensioni per piegare Obsidian a gestire il gioco tipo con i pulsanti e tu lanci una nuova partita con tutte le robe prefillate, una roba bellissima.

In realtà la cosa che fa lei nel suo canale oltre ai video di Obsidian e D&D è che veramente analizza tutti gli angoli del note taking utilizzando Obsidian.

Io sono preso benissimo da Obsidian probabilmente perché lei è riuscita a passarmi questo tipo di passione e anche questo tipo di strategie.

Obsidian è uno strumento che non è facilissimo, non è notion, è tipo un visual studio code, tu lo apri e se non hai visto un po' di cose non hai problemi, ti perdi.

Il vero problema di Obsidian è che il Vim del note taking, tra l'altro vi dico che nel mio Obsidian ha l'estensione di Vim attivata, che è bellissimo, è veramente bellissimo.

Però ecco, se non l'avete ancora fatto e vi interessa l'argomento andate nel canale di Nicole perché al di là del fatto che poi utilizzi Obsidian, in mezzo tira proprio il mindset del note taking.

È per me che vengo dal mondo giornalistico, faccio divulgazione o almeno credo di farla, avere un approccio di questo tipo mi ha liberato dalle mie moleskin e mi ha reso la frizione dei contenuti e delle note che prendo molto più pratica e pragmatica.

Quello che abbiamo capito oggi, ma lo sapevo già, comunque abbiamo dei grossi problemi fra tutti a fare questa roba qua, perché altrimenti la gente normale non le fa.

Mettiamoci in testa che una persona normale, chiamiamole normali, non le fanno queste cose.

Il messaggio che vogliamo dare dopo questa puntata è se fate queste cose qua andate su unobravo.com come ho fatto io e cercate di venire a prova perché vuol dire che avete qualche problema di fondo da risolvere.

Però questo a prescindere dalle note.

Esatto.

Oimamma, un'ora e trenta di puntata e quindi è arrivato il momento dei saluti.

Come è andata ragazzi? Io sono sicuro che potremo fare un'altra ora e mezza di puntata.

Minimo.

Manuel era un piume in piena, quindi è stato molto interessante, ho preso note, è stato molto molto bello tornare con questa carica.

Mamma, davvero, ha un livello di adrenalina.

Ma quanto di questa adrenalina ti viene dallo sport? Credo parecchia e ho smesso anche di prendere la caffeina, pensa te, se no era ancora peggio.

Non sono le altre cose che prendi, voglio prenderle tutte insieme.

Non prendo niente, prima prendevo la caffeina, ma non bevo caffè, mi fa schifo il caffè, prendevo pure le pastiglie di caffeina.

Quindi ho smesso, però per il discorso sempre dell'oncovid ho dovuto smettere, che fa male.

Sono così naturale, pensa te con la caffeina com'ero.

Mamma, chapeau per tutto e per l'energia, perché talvolta la invidio.

Penso davvero che molto dipenda dall'attività sportiva, che in qualche modo compensa alcune mancanze del nostro mondo.

Leo, tu com'è? Io guarda, ho controllato Emanuele sulle cose dello sport, parlava di Ironman eccetera, veramente chapeau anche per quello, anche perché è uno di quelli che come me tiene la bicicletta in casa e sta sotto, quindi condividiamo la passione e lo sforzo, anche se è un po' che non vado, però ecco vedi, magari mi stimola andare a tornare perché è importante, scarica molto l'attività sportiva, sembra, si notisce però, chiarisce molto la testa.

Io non ne faccio tantissima, almeno non in bicicletta, gioco a pade, gioco a calcio, ma le cose lunghe fatte da sole aiutano tanto il cervello.

Sì, io ho iniziato a fare endurance per quello, infatti.

Ma la bicicletta che vedi lì non è poggiata al muro, ma è sui rulli perché vado sui rulli in casa.

Anche perché fuori qua è freddo, quindi se vado in bicicletta mi sdraio su qualche strada per il ghiaccio, ovviamente, quindi meglio.

Diciamo da ottobre a marzo vado indoor.

Con Netflix davanti? No, no.

Quando mi alleno guardo solo il video davanti, proprio qui mi sto allenando.

Utilizzo anche un software, non utilizzo Swift come utilizzano la maggior parte delle persone, utilizzo un altro, adesso ha cambiato nome, ma si chiamava Sufferfest.

Sono dei video, ci sono, motivazionali vorrei dire, ma non sono motivazionali, con la musica e tutto, che ti fanno fare l'allenamento.

Ti ricordo che i professionisti, usano anche i professionisti Sufferfest, ci sono alcuni allenamenti che scendono dalla bicicletta perché non ce la fanno a finirli, da quanto è diverso rispetto al Swift.

Però è molto.

Ottobre a marzo io vado indoor, tengo la bicicletta lì sopra, una delle biciclette che ho, perché ovviamente non è una sola, perché sia mai, però sì, però a correre vado fuori in pantaloncini anche a dicembre con la neve, non riesco a tenere i pantaloni lunghi, è molto difficile vedermi con i pantaloni lunghi a correre fuori.

Comunque Sufferfest è un nome, è tutto un programma, mi fa paura.

Esatto, esatto.

Fattela vedere, però è molto bello Sufferfest, se hai modo di usarlo.

Fantastico, sono veramente felice di averti avuto qua, penso che Leo condivida con me questo piacere.

100%.

Un'ora e 34 minuti, è arrivato il momento di ricordarvi rapidamente i nostri contatti, info.chiocio.gitbar.it, reddit.brainrepo.com su Twitter e il canale Telegram, gruppo Telegram, che trovate scrivendo Gitbar su Telegram e cliccando sul primo risultato, a così alla cieca.

Detto questo io vi do appuntamento insieme a Emanuele e a Leo, alla prossima settimana.

Ciao.

Ciao.

Ti hai detto la parola magica? Fiantalo! Maledizione! Chi stronzi questi programmatori? Telefona a quelli di Metri.

A Cambridge.

Gitbar, il circolo dei full stack developer.

Una volta a settimana ci troviamo davanti a due birre e con BrainRepo parliamo di linguaggi e tecniche di sviluppo web, di metodologie e di strumenti immancabili nella cassetta degli attrezzi dei full stack data..