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Gitbar Italian developer podcast

Conversazioni sullo sviluppo software fatte davanti a una birra.

copertina episodio

Dev e social network con Francesco Ciulla (Daily.dev)

Stagione 3 Episodio 128 Durata 01:01:10

Anche questa settimana eccoci qui con un nuovo episodio. Con Francesco Ciulla parliamo di developer e la loro reazione con i social network.

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Crediti

Le sigle sono state prodotte da MondoComputazionale
Le musiche da Blan Kytt - RSPN
Sweet Lullaby by Agnese Valmaggia
Monkeys Spinning Monkeys, Itty Bitty 8 Bit, Silly Fun by Kevin MacLeod: CC BY 3.0

Trascrizione

Nelle puntate precedenti.

Bene e benvenuti su Gitbar.

Nuova settimana e nuovo episodio qua.

Finalmente siamo riusciti a rimpossessarci dei nostri studi, visto che Air Finestra AI, insomma, l'abbiamo buttato fuori dalla finestra e siamo di nuovo davanti al microfono.

Siamo di nuovo davanti al microfono con un nuovo ospite che vi svelo subito dopo aver fatto la parte noiosa, avervi ricordato i nostri contati.

Info.gitbar.it e etbrain.repo su Twitter sono i nostri contati, quelli che non usa nessuno in realtà, perché abbiamo il nostro gruppo Telegram.

Gruppo Telegram che sta per raggiungere i 1000 iscritti, quindi se non vi siete iscritti, io lo so che molti di voi non si sono ancora iscritti nel gruppo Telegram, mi raccomando fatelo cercando Gitbar Podcast sul vostro client Telegram preferito.

Detto questo, io vi presento l'ospite del giorno.

Benvenuti su Gitbar, il podcast dedicato al mondo dei full stack developer, i mezzo artigiani, i mezzo artisti, che ogni giorno infilano le mani nel fango per creare, nel modo più efficiente possibile, quei prodotti digitali che quotidianamente usiamo.

Io lo presenterei come una web star, adesso lui si metterà a ridere, però io ci credo davvero, perché la sua presenza sul web e sui social è costante, continua e ha un obiettivo super ambizioso che sta raggiungendo a velecenti milioni di iscritti.

Continua e ha un obiettivo super ambizioso che sta raggiungendo a vele spiegate, che è quello di creare una community di un milione di persone.

Parliamo di Francesco Ciulla, italianissimo, lavora per Daily.dev, ma è anche un public speaker, una figura tutto tondo che crea connessioni tra developer.

Ciao Francesco! Ciao, grazie mille per la fantastica introduzione.

Mi sembra un po' strano, prima di tutto, essere un ospite e secondo parlare in italiano, quindi è una sensazione strana per me.

Grazie mille per le bellissime parole, sono pronto a rispondere a qualsiasi cosa e faccio una bella chiacchierata, grazie.

Allora, voglio dirti che intanto è un super piacere per noi averti qua in un contesto nazionale, anche perché siamo abituati a vederti in situazioni e in contesti internazionali.

Adesso la mia domanda è proprio su questo, in realtà, giusto per iniziare.

Intanto, come i nostri ascoltatori sanno, noi non abbiamo una scaletta, quindi andremo a braccio finché non ci cacciano via dalle nostre stanze.

La mia domanda è, tu comunque vivi in Italia, giusto? Sì, vivo a Roma.

Come percepisci, se percepisci, una differenza tra il contesto dello sviluppo software italiano e quello internazionale? Ok, subito la domanda difficile, allora, che ho lavorato in Italia, quindi va bene.

Allora, io diciamo, non ho niente ovviamente contro l'Italia, secondo me la percezione del programmatore, dello sviluppatore in Italia è molto al di sotto di quello che un sviluppatore può fare.

Cioè, almeno questa è la mia personale percezione.

Cioè, in Italia sono visti più come persone che fanno questo lavoro, fisso, va bene, qualcuno li prende un po' in giro, però diciamo, ok, va bene.

Siamo un po' rimasti tipo ai tempi degli anni 90, tipo i nerd, cioè, secondo me stiamo un po' indietro.

All'estero invece praticamente fanno a caccia, cioè, sono veramente cacciati nel senso di hunt i programmatori, quindi c'è questa percezione diversa.

Ovviamente andando su un mercato internazionale e lavorando da remoto, uno ha più possibilità, però diciamo, dal punto di vista, io conosco tantissimi programmatori super validi.

Forse la percezione proprio del lavoro di sviluppatore è non quella che gli sviluppatori meritano.

Questa purtroppo è la mia percezione personale.

E a livello invece di community, sai perché ti faccio questa domanda? Perché in realtà io, stando in Francia e vivendo qua, ho avuto una sensazione, una percezione, nel mio caso appunto paragonata al contesto francese, che, caspita, nonostante quello che appena detto che potrei sottoscrivere col sangue, credo che invece il sottobosco di piccole, medie e grandi community nel territorio nazionale sia super fiorente.

Tu che hai comunque un audience che è a carattere globale, hai dei feedback dei contesti di community, di luoghi dove le community sono più o meno fiorenti? Come è Tornasole? Allora, sì, ti dico, quello che so, la mia esperienza come community in Italia non è elevatissima, perché praticamente quando poi ho iniziato a usare i social sono andato direttamente nell'internazionale, perché così è come io l'ho sempre percepito fare i social e tutto quanto, perché è anche un modo per me per fare un po' di pratica con l'inglese, per essere super chiari.

Io a Roma conosco la community del Code Emotion, quindi c'è un evento annuale, e poi qualche meetup, quindi conosco ma non tantissimo.

Però sono sicuro che ci sono delle community molto valide, anche perché forse è anche a carattere, forse sono italiani, quindi non è un problema.

Però attualmente non ho in mente qualcosa di diverso che sia magari lontano da Roma.

Ho visto che io adesso sono sulla parte di Web3, e ho visto che c'è stato un evento penso a Venezia, o forse a Milano, quindi forse anche da quel punto di vista qualcosa si è mosso.

Non sono riuscito ad andare, sono andato magari a New York quest'anno, ma non a Milano o a Venezia, quindi forse sono interessato anche a quella parte lì.

Però questa è la mia conoscenza attualmente dell'Italia, forse la migliorerò in futuro.

Beh, immagino che quello che fai è comunque abbastanza impegnativo e ti lascia poco tempo poi per andare a esplorare altri contesti.

Oltre alla classica domanda, naturalmente, hai delle strategie di time management per ottimizzare, perché quello che noi vediamo da questa parte dello schermo è una tua presenza continua su YouTube e su Twitter.

Quando parlo di presenza continua, guardavo un tuo tweet dell'altro giorno, sei arrivato a 829 video pubblicati su Twitter.

Sì, ieri non avevo niente da fare, quindi cosa ho fatto? Mi sono messo a rivedere tutti i video che io ho fatto su Twitter.

Per dare un attimo di contesto, forse un minimo di introduzione, io diciamo, prima del 2020, odiavo i social.

Nel senso proprio per me i social facevano schifo, chi usava i social faceva schifo, quindi era proprio solo un modo per rilassarsi alla fine di una giornata.

Tutto così io li vedevo.

Nel 2020 ho iniziato a usare Twitter in un modo più serio.

Il 5 marzo ho deciso di iniziare a usare i social in modo più adatto a crescere proprio sui social media.

Dopo due giorni è iniziato il lockdown in Italia.

Parentesi, io ho lavorato per circa tre anni al progetto Copernicus dell'Agenzia Spaziale dell'ESA, qui vicino a Roma.

Quindi mi sono poi proiettato sui social.

Da marzo 2020 ho iniziato veramente a spingere.

A agosto ho aperto il canale YouTube.

A luglio 2020 ho fatto il mio primo video online, perché prima mi vergognavo anche a fare un audio ai colleghi di lavoro.

Siamo a quel livello lì proprio, non sto scherzando.

Adesso la gente ormai non mi crede più, però è così.

E quindi ho cominciato a fare video da luglio 2020.

Non so perché, ieri proprio mi sono messo a rivedere tutti i video.

Ho visto anche l'evoluzione, diciamo, perché uno non percepisce da un giorno all'altro se fa le cose meglio o no, come quando vai in palestra.

Non è che tu te ne accorgi in un giorno.

Però riprendendo i video di luglio 2020 ho avuto voglia di bruciare il computer.

Quindi di solito quando è così, è come il codice.

Vedi il codice di due anni fa, dicevi, va bene, chi era questo essere umano? Chi è che l'ha assunto? Non lo so.

E quindi niente, alla fine mi sono messo...

Non l'ho contato che questa era nella cartella.

Quindi sì, in 700 giorni circa ho fatto più di 800 video solo su Twitter.

Perché ne ho fatti anche 360 su YouTube in circa due anni.

E poi qualche altra cosa, un po' in giro così.

Però diciamo, ho avuto un'esplosione nel senso, a livello di numeri, che comunque alla fine mi ha aiutato.

Adesso sono anche in momento public speaker.

Ho iniziato a maggio.

Tra l'altro ho una conferenza in Croazia tra cinque giorni.

Non so quando uscirà questo episodio, però anche questa è una conferenza.

Perfetto.

Io domenica vado in Croazia.

Tra l'altro penso di essere uno dei pochi italiani che non è mai stato in Croazia.

E niente, quindi una conferenza molto grande, 4.000 persone, 10.000 online.

Insomma, sarà una cosa interessante.

Ma non facciamo troppi spoiler, dai.

No, ritorniamo sui social.

Tu hai detto una cosa molto precisa prima.

Hai detto, da un certo momento in poi, io da persona che un po' guardava i social con quel fare un po' distratto, un po', ce lo metto io, magari anche un po' snob, io non perdo tempo sui social, io l'ho detto e lo ripeto costantemente, infatti penso di essere l'uomo meno social del mondo, però poi hai detto, ho iniziato un approccio più strutturato.

Adesso, dal tuo punto di vista, cosa è cambiato? Cioè, come hai strutturato l'approccio? Hai iniziato con un piano editoriale? Sì, sì, sì.

Adesso forse puoi essere tu la persona meno social perché io ormai non posso più vantarmi di questo titolo, quindi te lo cedo e poi dopo forse in futuro lo passerei a qualcun altro.

Quindi, praticamente, mi sono detto che non mi sono mai piaciuti i social, però praticamente a gennaio 2020 ho creato un'applicazione, un'applicazione Android, l'ho messa sul Play Store, era una tavola periodica, quindi una cosa super semplice, era più per provare un po' le pubblicità, le ads, come funziona il Play Store.

E niente, quindi l'ho detto ai miei genitori, hanno finito la scuola parecchio tempo fa, un po' di amici, un po' di così, però diciamo, è arrivato a 50 persone, 100 persone, anche con persone che l'hanno fatto solo perché gli sta simpatico.

Poi ho detto adesso che faccio? Oh, vabbè, proviamo a usare un po' Twitter, proviamo a mettere un po' di link in giro.

Quindi, diciamo, non posso vantarmi di essermi, di aver iniziato a usare Twitter per salvare il mondo, portare la pace, portare la pace.

Quindi era un motivo per me per condividere qualcosa, per fare qualche download dell'app, e cercare di capire, era quello.

Quindi non so cosa poi diavolo sia successo, perché adesso mi sono ritrovato così, ad essere invitato a podcast, a fare podcast io.

Quindi è cominciato a cambiare qualcosa quando mi sono accorto che c'era qualcuno che aveva i miei stessi interessi sui social, quindi qualcuno che mi ha mandato un feedback sull'app, qualcuno che mi chiedeva proprio come è andata oggi.

Quindi è cominciata a succedere qualcosa.

Per la cronaca io ho 39 anni, quindi sono più vecchio di molti social, quindi vivevo benissimo giocando a nascondino, anche prima dei social.

Quindi sarà difficile, diciamo, sviluppare proprio magari una dipendenza che può avere magari uno che ci è nato con i social, quindi per lui è scontato.

Per me i social non sono mai scontati, li uso per quello che mi serve e basta.

Il nostro social era il muretto, no? Esatto, vabbè, adesso sì.

Evitiamo adesso di andare troppo nella nostalgia, di piangere.

Comunque, vabbè, no, però era così.

E niente, quindi il mio approccio è stato in realtà abbastanza semplice, perché poi ecco, non ascoltavo, facevo solamente corsi di programmazione, guardavo YouTube, scaricavo corsi su Udemy, non è una cosa promozionale questa, e basta.

Quindi facevo semplicemente questo e lavoravo.

Quindi questo era il mio lavoro, full stack developer, e vabbè.

Praticamente ho detto, vabbè, proviamo, siccome ho questa app, cerchiamo di collegarci con persone che sono anche loro programmatori, anche loro developer.

E quindi ho cominciato a fare una selezione delle persone che seguivo, che erano solamente persone che parlavano di programmazione.

Quindi persone che trattavano tip, insomma, o cose legate a cosa stavano programmando, cosa stavano imparando, persone che creavano corsi, persone che facevano video di programmazione, gli scrivevano libri.

Conosco anche un po' di italiani, diciamo la mia audience è soprattutto, stamiera però conosco Luciano Mammino, Fabio Biondi, insomma ci sono un po' di persone che forse hai sentito, che forse hai anche intervistato, non lo so.

Poi magari mi guardo tutti gli episodi così.

Qualcuno di loro c'è.

Questo lo conosco, beh, Michele Riva, non so.

E niente, quindi ho iniziato a selezionare le persone che seguivo e mi sono praticamente ritrovato a avere un account, quello che adesso chiamano un tech Twitter account, non sapevo neanche che si chiamasse così.

Vabbè, quindi ho avuto questa idea di concentrarmi, perché diciamo poi in social media c'è di tutto, c'è Megapartist, football, box, musica.

No, io ho levato tutto quello che non era programmazione, anche il compreso Elon Musk, io semplicemente mi sono concentrato su chi creava contenuto di programmazione.

Questo ha innescato poi una specie di magia che ha fatto in modo di connettersi con persone che magari stavano facendo dei tutorial, stavano programmando, stavano anche loro iniziando insieme a me, perché adesso ho molti amici che, ecco, anche loro sono esplosi su Twitter e sui social, ma prima no, diciamo, quindi siamo rimasti amici, ma abbiamo iniziato insieme, possiamo dire, no? Quindi questo penso che sia stato il primo passo che, non so, ci ho azzeccato con questa idea di concentrarmi solo su un tipo di utente che poi era vicino anche a quello che facevo io tutti i giorni, perché magari se facevo una cosa che non centrava niente col mio lavoro, alla fine sarebbe stato difficile, perché, non so, facevo giardinaggio e poi facevo programmazione.

Invece così anche a volte condividevo le cose che succedevano al lavoro, non troppo perché lì all'esa un po' si arrabbiano, però, diciamo, quindi avevo cose da condividere.

Tra l'altro ci siamo scordati solamente una cosa di cui vado molto fiero.

Io sono un Docker Captain, che sarebbe un ambasciatore di Docker, ambassatore, ambasciatore mi suona male, e sono tra l'altro uno degli unici due Docker Captain italiani, che quindi rappresentano l'azienda, l'azienda Docker intendo, quindi anche condividevo cose, anche di corsi, e niente, quindi questo è più o meno come è iniziato.

Stiamo parlando di marzo 2020, quindi pre-pandemia, come si dice, cioè pre-pandemia e dopo pandemia, tipo l'anno zero.

Esatto, esatto.

Quindi, in realtà, quello che hai detto è super interessante, cioè il fatto di curare il profilo ancora prima di pubblicare, quindi la costruzione consapevole della propria bolla.

La bolla è sempre vista come un elemento negativo, come una trappola.

In realtà da questo punto di vista, invece, da come la stai descrivendo tu, diventa quasi una cassa di risonanza, un catalizzatore della tua passione, un amplificatore della passione, che poi ti spinge a interagire, perché una volta che sei completamente immerso in quel contesto, dovrebbe venirti quasi automatico, come l'hai raccontato tu.

Sì, devo dire una cosa, che secondo me la community dei programmatori ha qualcosa di speciale e magico.

Cioè i programmatori hanno un modo di comunicare che secondo me è unico.

Se pensiamo a cose come GitHub, o altre cose simili, non esisterebbero mai in altri ambienti, in altre community, di altri lavori, altre professioni.

Quindi secondo me il fatto è che i programmatori noti, introversi, che hanno un modo di ragionare un po' diverso, un po' lontano anche da quello che è marketing, vendite, sono quasi alleggi, vengono quasi le bolle quando si parla di vendita, altre cose così, fa in modo che poi quando tu trovi una persona con cui magari ti parla dei suoi problemi, dei bug, di cose che non gli funzionano, così si crea un rapporto che poi ti fa diventare anche amico, anche a distanza.

Poi tra l'altro adesso, siccome ho iniziato, io penso che ho viaggiato più nel 2022 che in tutta la mia vita precedente.

Quindi ho incontrato molte delle persone che ho incontrato sui social, le ho incontrate di persona, ho avuto un momento tipo Raffaella Carrà, nel senso un momento proprio bello, diciamo.

Che bello fare queste analogie finalmente in italiano, devo dire che questa cosa mi piace.

Sì, cultura popolare.

In realtà però hai detto una cosa interessante, ne abbiamo parlato più volte qua su GateBar, cioè il fatto che il dominio, il contesto degli sviluppatori abbia in qualche modo creato questo approccio diverso alla community, allo sharing nel senso più puro del termine, al creare delle relazioni, pur essendo nell'immaginario collettivo una community, comunque una serie di figure di IA sociali, molto introversi come hai detto.

Quindi questa sembra quasi una dissonanza, no? Molte volte me la sono spiegata come il senso di appartenenza a un mondo di diversi.

Però è anche difficile da spiegare.

Non riesco a darmi una spiegazione chiara del perché proprio noi, perché proprio il nostro dominio ha reagito così a questo contesto.

Tu hai un'idea su questo? Sì, beh io ho fatto una presentazione proprio parlando di introversi.

Mi sono preso talmente a cuore questo argomento che ci ho fatto un talk, ci ho fatto una presentazione che ho fatto in Germania a giugno davanti a quasi 500 persone.

Tra l'altro adesso sono senza vergogna, shameless, però comunque sono abbastanza nuovo anche del parlare in pubblico.

Ho fatto sei presentazioni solo quest'anno e adesso ne ho un'altra.

Però nel senso sono abbastanza nuovo.

Ci ho pensato un po' anche io, perché poi io dico ma può essere che ogni volta che dico che è introverso l'80% persone dice sì.

Addirittura alla conferenza dal vivo ho chiesto chi era introverso e quasi tutti hanno alzato la mano.

Stiamo parlando di persone che vanno alle conferenze, quindi qualcuno forse è anche rimasto a casa.

Esatto.

Secondo me il fatto è il contrario.

Secondo me sono le persone che sono introverse, che hanno dei caratteri, che si sentono attratte dalla programmazione.

Quindi secondo me è il contrario.

Sono poi le persone che hanno quel carattere, quel modo di pensare, magari che è scientifico, però magari non troppo extroverso, non troppo portato a fare cose in pubblico.

Io ancora adesso mi sento sempre un po' strano anche quando faccio queste cose qui, anche facendo questi podcast.

Ormai sono abituato.

E quindi poi sono loro che decidono di fare la carriera del programmatore.

Quindi non penso che sia fare il programmatore che ti fa diventare così, secondo me.

È più che le persone che hanno quelle caratteristiche poi alla fine si ritrovano a programmare, perché alla fine secondo me è anche un bel lavoro.

Puoi decidere anche di evolvere la carriera in modi diversi.

Per esempio se sono un developer advocate, se sei in Italia, in Italia quando lo chiedo, lo dico, non molti sanno cosa sia.

Però diciamo che puoi decidere anche di evolverti, di cambiare linguaggio, magari in altre professioni è più difficile cambiare quello che stai facendo, perché alla fine se prendiamo un sistemista o front-end developer, fanno cose molto diverse, però puoi anche cambiare.

Quindi lascia questo spazio di libertà che magari anche in altre facoltà neanche c'è.

Però ecco ovviamente da qualche parte poi dopo si prende qualcosa.

Quindi forse ecco la parte poi...

Parliamo ovviamente di stereotipi, quindi questo stiamo scherzando, stiamo chiacchierando, però diciamo lo stereotipo del programmatore con il cappuccio nero che non parla a nessuno, sono pieno di felpe col cappuccio nero ovviamente.

Però un pochetto è vero, diciamo se si riconosce di solito e quindi ecco si scherza.

Sai cosa pensavo? Pensavo che in realtà uno dei motivi per cui è nato questo fermento, c'è questo fermento, c'è questa condivisione continua viene dal fatto che i nostri argomenti si evolvono continuamente.

E quindi è indispensabile un apprendimento continuo.

E soprattutto sono di una vastità enorme.

Quindi un effort così grande da solo e da zero sarebbe quasi impossibile se non impossibile a tutti gli effetti.

Per cui la community funziona da tampone, da semplificatore di questa dinamica.

Per cui all'interno della community emergono figure come te che semplificano alcuni concetti e li rendono fruibili aprendo poi delle porte d'ingresso a dei contesti enormi.

Questo è fondamentalmente quello che sento guardando il tuo profilo Twitter e il tuo canale YouTube.

La cosa interessante però che mi viene da dire è che una cosa che ho percepito è che da molta della tua attività emerge il concetto di learning in public.

Quindi imparare davanti a delle persone.

Qual è la sfida? Benissimo.

Ok, mi piace molto questa domanda.

Allora, io...

Parliamo...

Allora, innanzitutto una parentesi giusto per capire un po' chi sono.

Forse è meglio dirla all'inizio, ma comunque se state ancora ascoltando ora saprete un po' più di più del mio passato.

Io in realtà sono un po' un imposter nel tech, perché io fino a...

da quando avevo 15 anni a quando ho avuto 32 anni facevo un altro lavoro e questo lavoro era allenatore di pallavolo.

Quindi stavo nel mondo dello sport, non ero un programmatore.

Ero iscritto a un po' all'università, ho fatto qualche sito, ma era più una cosa tipo hobby.

Quindi diciamo io in realtà arrivo da un contesto in cui si sta poco seduti e molto in piedi, addirittura saltando, poi ovviamente pallavolo.

Quindi praticamente quando poi ho iniziato a imparare poi la programmazione a un certo punto ho anche dovuto lasciare questo lavoro fra pianti, va bene, lasciamo perdere.

Ho iniziato a studiare in private, mi viene private.

Tra l'altro, ecco, quindi sto parlando di corsi, javascript, tutto lo web, perché poi alla fine si dice che ci sono quelli che imparano con l'università e quelli che sono self-taught.

Ma in realtà poi tutti devono imparare poi per conto loro, quindi anche facendo l'università e gli esami che non c'entrano poco con la programmazione e alla fine ho dovuto praticamente studiare tutto da solo.

E quindi per esempio Docker che l'ho praticamente imparato in private, quindi per conto mio.

E ovviamente ho fatto molta fatica, perché quando impari da solo, quindi so di che cosa si parla quando si parla di studiare, diciamo, da soli, nel senso senza postare su Twitter, oggi sono riuscito a fare il deploy di un cluster di Kubernetes.

Non so, magari non interessava a nessuno, però magari il concetto di comunicare a qualcuno che hai fatto qualcosa, quindi anche tu hai progresso, prendi il feedback.

E quindi so la differenza e si fa una fatica pazzesca quando si studia in private.

Mi è capitata a me a volte magari di essere, bloccato per una settimana su qualcosa, sbattendoci veramente la testa, ma intendo proprio fisicamente.

Invece, per esempio, per farti un paragone, quindi una cosa che ho iniziato per esempio a dicembre 2021, quindi dopo aver iniziato i social, dopo aver iniziato video e tutto quanto, adesso sono molto vicino al mondo web3 e per web3 sono andato proprio, cioè ho iniziato semplicemente a condividere quello che facevo tutti i giorni.

Avevo già una presenza social e la differenza di velocità di apprendimento è incredibile, è quasi 3 a 1, 4 a 1.

Perché? Perché condividendo qualcosa poi, innanzitutto ti connetti con le persone che vogliono fare le stesse cose, quindi inizi già a conoscere persone che stanno imparando insieme a te.

E poi comunque stai sui social, quindi comunque c'è tutto il vantaggio di creare l'audience, avere persone che si interessano, persone che ti offrono lavori.

Sono stato invitato a una conferenza, la prima conferenza a cui sono andato in Polonia quest'anno a fine maggio, era web3, quindi il mio primo talk, quindi sono stato anche invitato a parlarne in pubblico, diciamo.

E cose che quando studiavo Docker per conto mio nessuno veniva alla porta di casa mia a bussarmi, dicendo tipo che Francesco, che per caso vuoi fare un talk? Magari ne sapevo comunque quale.

Quindi c'è questo aspetto che poi ti dà dei vantaggi innegabili, diciamo.

Non è facile, perché quando tu stai studiando per conto suo ti puoi concentrare e fare questo, e fare quello.

Quando lo fai in pubblico, vieni distratto, diciamo, possiamo dire.

Però c'è anche da dire, facciamo un esempio facile, chi fa per esempio i vlog, no? Quindi chi fa i viaggi e fa i video dei viaggi.

Quella è una cosa che viene con il tempo, diventa quasi naturale.

Cioè se tu ti abitui a fare i video mentre viaggi, lo puoi fare.

All'inizio ti sembra molto strano, e vedi una cosa molto simile in questo modo.

Quindi cominciare a condividere subito le cose dall'inizio ti dà dei grandi vantaggi.

Se poi hai anche già la gente che ti segue è ancora più facile.

Non lo nego questo, perché qualcuno anche, purtroppo qualcuno confonde anche il numero dei follower con la tua conoscenza.

Non ho mai capito perché, però è così.

Cioè io siccome quando ho cominciato a imparare Web3 avevo già, non lo so, 60-70 mila follower su Twitter, allora questo è bravo.

Nel senso io l'ho detto varie volte, guardate che io sto semplicemente imparando, sto facendo, sto condividendo quello che sto imparando, però diciamo che comunque ti dà un vantaggio se hai già una presenza social, che però non viene in un giorno.

Qualche giorno fa l'ho detto che io non sono mai andato virale su nessuna piattaforma, al mio massimo qualche migliaio di like, che sembrano tanti, però considerando che ho fatto 88 mila tweet, non è poi una cosa così assurda.

Quindi è solo lavoro un po' tutti i giorni, e così questo è.

Però sicuramente imparare in pubblico ti fa risparmiare tempo, sicuramente.

Cioè in sei mesi, in un anno, già puoi notare delle differenze, perché fondamentalmente è anche difficile poi nascondersi.

Quindi se una cosa non l'hai capita, qualcuno te la chiede, poi te la vai a vedere, perché così funziona così.

Esatto.

E' un po', guarda, un po' mi ricordi me stesso all'interno del podcast e all'interno del gruppo Telegram.

Però una delle paure più grandi è quella che hai evidenziato, cioè che si confonda la tua conoscenza con la tua popolarità.

E questa è una cosa molto rischiosa, e bisogna stare attenti, perché si è spinti a voler tutelare il proprio ruolo all'interno di un certo contesto.

La semplifico, perché quello che voglio dire è un po' articolato, nel senso che, ok, tu sei, hai questo gruppo di follower, una serie di persone ti seguono, ti seguono perché pubblichi cose interessanti.

Quindi di riflesso diventi per loro una persona interessante.

Adesso, una cosa che sentii in un talk di tanti anni fa, se non sbaglio era proprio un Code Motion, è che la nostra conoscenza non è un cerchio, ma con lo svilupparsi della nostra knowledge, abbiamo dei picchi in alcuni ambiti specifici, no? Quindi immaginiamo questo cerchio con degli spike su delle tematiche specifiche.

Questo vuol dire che siamo gli Ubi in tutta l'altra parte della circonferenza.

Se tu sei spinto a voler, in qualche modo, continuare a tenere l'immagine di quello che sa tutto, o della figura che gli altri invece ti attaccano addosso, probabilmente ti fai solo del mare.

E questo è un rischio grosso quando hai una certa popolarità, no? Quindi hai un metodo, un modo che utilizzi proprio per evitare questo tipo di problema? Sì, la risposta è sì, ce l'ho.

La risposta è sì e la risposta è semplicemente essere onesti.

Quindi essere onesti innanzitutto con te stesso, e poi con le persone che ti seguono.

Perché questa cosa mi è successa anche di vedere persone che magari hanno già una buona presenza online, quindi che fanno? Si leggono un articolo e dicono ok, adesso vi insegno io tutto.

Quindi questa cosa io non l'ho mai fatta.

Ancora adesso, anche se sono docker captain, comunque io sempre alcune cose forse le so, alcune cose no, quindi secondo me è molto importante essere chiari.

Secondo me è meglio questo che bantarsi di cose che probabilmente non sono vere.

Quindi l'onestà secondo me ti fa dormire meglio.

Io dormo sempre bene, quindi non ho mai il problema che dico una cosa che non è vera.

Se non sono sicuro al 100% preferisco piuttosto fare la figura di quello che non sa una cosa, quando magari qualcosa forse la so pure all'80%.

E questa cosa secondo me poi alla lunga ti fa stare più tranquillo in quello che condividi, in quello che fai.

Adesso sto cominciando piano piano a fare anche i tutorial, cose dal vivo già iniziato.

Quindi piano piano non avere fretta, perché quello che dici tu, dici sì, così faccio vedere subito che adesso sono diventato il genio di React dopo che me lo so studiato due settimane, perché magari ho l'audience che è più sul back-end.

E questo io cerco sempre di non farlo, perché secondo me è molto importante, questa cosa la dico anche su Twitter, sul primo post, che è molto importante avere delle connessioni genuine con le persone che ti seguono.

Quindi io imparo qualcosa, gli altri imparano qualcosa.

E questa cosa magari sembra che ti fa andare più lento, diciamo, come crescita, però poi alla fine il tipo di connessione che hai con le persone che magari ne sanno di più di te su alcuni argomenti, ma io non ho nessunissimo problema a dire che magari qualcuno che ha studiato qualcosa ne sa di più.

Sono molto contento anche di fare collaborazioni, cose insieme, scrivere codice insieme.

Quindi secondo me l'unica risposta è essere onesti con te stesso e con gli altri.

È semplice, però anche difficile.

Perché ovviamente magari...

Si sa che sui social tutti vogliono, tutti, come si dice, pubblicano un libro ogni due settimane, sono assunti a Google e poi al giorno dopo a Facebook.

Questa cosa poi in realtà non è proprio vera.

Poi è un'immagine che uno dà perché, non lo so, è bello farsi vedere un po', non come quando, che ne so, adesso stavo avanti piatti, nel senso che gli piace dare una certa immagine.

Io in realtà sono un grande fan di avere un rapporto molto genuino.

Per esempio, penso che il mio format più famoso è semplicemente, che poi ho scoperto che è anche quello che usava Gary V, ma ti giuro che non l'ho copiato, credo che fai un video semplicemente quando vai a camminare o se stai fuori.

Io sono un grande fan di camminare e correre, io passo 10-15 chilometri ogni giorno e quindi io ho iniziato a fare video in questo modo, che sono dei video non perfetti a livello audio, ma anche video, li sta provando qualcuno ieri, mamma mia, però danno poi una percezione che semplicemente stai comunicando quello che veramente pensi in quel momento.

Quindi questa immagine io cerco di curarla in questo modo, perché poi la cosa è che se incontri qualcuno di persona ed è diverso, non lo so, da una brutta sensazione.

Fino adesso io le persone che ho incontrato, anche qualcuno italiano, nessuno mai mi ha detto, non mi sembravi così.

Quindi se un giorno ci incontreremo, spero presto, questa cosa per me è più importante che fare il figo sui social, diciamolo onestamente, dai.

Esatto.

Tra l'altro là è proprio la questione di riposizionare il giudizio degli altri a fare un reframing del giudizio degli altri in funzione del tuo obiettivo, che è comunque quello di costruire una rete di connessioni che ti permetta di apprendere più velocemente.

Oltre a questo e oltre al pericolo che io vivo costantemente, di sentirsi l'ultimo pilla della barca, perché come dicevi prima, quello che ieri era Google, domani è Facebook, ha scritto 7 libri, 14 librerie super scaricate.

Da questo punto di vista invece, come lo si gestisce da utilizzatore il social? Bene, bellissima domanda.

Innanzitutto bisogna capire che i social, come ho detto prima, sono solo una parte della vita di quella persona.

È come quando uno entra in palestra e vede il tipo che è largo così.

Lo so che è un podcast audio, ma potete immaginare.

Quindi tu non hai idea di quella persona quante cose ha fatto per arrivare a quel punto.

Non ne hai proprio idea.

Non sai neanche se tu vuoi arrivare a quel punto.

Quindi ognuno ha la sua storia, le cose che vuole fare per i suoi motivi molto personali.

Vuole diventare il numero uno su YouTube, altre cose così.

Alcuni magari fanno questo, ma magari hanno una famiglia, tre figli, due cani.

Quindi già che riescono a avere un lavoro e fare qualche tweet, già è tanto.

Quindi ognuno ha i suoi scopi, i suoi obiettivi.

Venendo dal mondo dello sport, ci sono due scuole di pensiero.

La prima è non paragonarsi mai agli altri e la seconda è paragonati agli altri e cercare di fare uguale o meglio.

Venendo dallo sport, c'è sempre il modello di prestazioni, si chiama così, e l'ho studiato anche da allenatore.

Quindi io naturalmente sono portato anche a vedere cosa fanno gli altri.

Però deve essere sempre un qualcosa per essere ispirati e mai invidiosi, perché non ha nessun senso che se una persona ha fatto un video che ha fatto un milione di visualizzazioni starci male.

Soprattutto se è un qualcosa legato alla programmazione.

Se invece si prendono queste persone come un'ispirazione, in quel caso invece ci stiamo facendo bene noi stessi.

Perché sui social c'è di tutto.

Tu puoi trovare quello che dice cose razziste, quello che parla male di una categoria.

Sta poi a noi decidere le persone che vogliamo seguire, le persone che ci interessano.

E quindi ecco, da utilizzatore, uno dei motivi anche per cui ho deciso di seguire solo persone che avevano un account concentrato su parlare di programmazione, inclusi meme e barzellette ovviamente, è questo.

Quindi tirarsi fuori da parlare di politica o parlare di altre cose.

In questo modo, quindi da utilizzatore, io ho fatto così e ha funzionato.

Quindi concentrarsi sull'aspetto tecnico, di educational.

E quindi questo.

Io poi all'inizio ho iniziato così.

È vero che poi purtroppo se decidi di essere poi un content creator, da qualche parte il tempo lo devi prendere.

Quindi per esempio io adesso questo podcast lo riascolterò, ma a volte faccio fatica a seguire i miei amici, cosa fanno, dove le fanno.

Qualche volta ho un po' di tempo, a volte dico il fine settimana, però a un certo punto bisogna anche decidere.

Io purtroppo non ho tanto tempo, non voglio paragonarmi agli attori che non vedono film, però nel senso un po' è quello.

Quindi se decidi che vuoi fare tutti questi video o fare tu del contenuto su Twitter, lo utilizzi un po' di meno da utilizzatore.

È una scelta così.

Io quanto ti capisco Francesco, parole sante.

E hai ragione, perché nel mio piccolo con il podcast è proprio così, diventa veramente impegnativo.

Voglio chiederti però, nel contempo tu sei super prolifico.

Questo vuol dire che porti con te un pacco di cose, hai un sacco di cose da dire, comunque sia.

Queste cose da dire vanno in qualche modo stimolate, alimentate.

Ti devi documentare, devi esplorare, devi avere stimoli, devi riflettere per produrre poi del contenuto che abbia del valore.

Dove lo trovi l'equilibrio tra il produrre che ti ruba tanto tempo e il documentarti per creare poi quella niccia, quella scintilla che poi ti porta a produrre il contenuto.

Bellissima domanda.

Allora, prima di tutto, è da un po' che ho anche dei collaboratori.

Una persona che mi aiuta a editare i video, una persona che mi aiuta anche a preparare da alcune parti di tutorial, una persona che mi aiuta con la community.

Quindi, diciamo, comunque, non ho un'azienda ancora, però diciamo, comunque, l'outsourcing è la base, diciamo, perché sennò uno vuole sempre fare tutto lui, anche tagliarsi il prato, dipingersi casa.

Quindi, ecco, ho comunque delle persone che mi aiutano.

E quindi, diciamo, questa è una cosa che aiuta.

E poi penso di aver trovato una cosa che mi sta aiutando, anche se questa è una cosa un po' pazza, adesso la dico perché così forse, magari, attiro anche qualcuno.

Da due mesi, a questa parte, ho cominciato a fare una cosa un po' folle, che è quella di fare 12 ore di live stream.

Quindi praticamente io vado...

Sì, vedo che fai una faccia strana.

Quindi praticamente a luglio ho iniziato e faccio praticamente...

vado online alle 7 di mattina e finisco alle 7 di sera.

Quindi cosa succede in queste 12 ore? No, no, no, non gioco ai videogiochi, a Fortnite, ma praticamente faccio io dei tutorial.

Cioè, quindi, studio stando in live.

Quindi sono 12 ore, ovviamente con le pause, fare sempre pause e non iniziate così.

Però praticamente è un periodo molto concentrato in cui mi faccio i tutorial di Web3, mi vedo delle cose, cerco di fare i tutorial ovviamente scritti, non ascoltare video.

E questa cosa funziona benissimo, perché posso creare dei mini video un po' editati, sempre editati, fatti editare, in cui mi rivedo anche quello che faccio.

E questa è la magia, quando stai in live non stai sui social.

Perché la prima cosa che devi fare è staccarti dai social, che adesso sembra facile, però quando hai un'audienza grande, non sto scherzando, ricevo agli 500, agli 800 messaggi al giorno su Twitter, quindi praticamente è un lavoro, già solo leggere i miei messaggi.

Ho bisogno di staccarmi e quindi per me andare live è un modo per stare più concentrato.

So che sembra strano, però è così.

Dipende come tu intendi la live, perché se fai una live ovviamente per spiegare qualcosa, è un discorso.

Per me questo tipo di live mi costringe, tra virgolette, a stare concentrato, fare tutorial, dare un minimo di spettacolo, però questo fino adesso mi sta aiutando ad avere un po' di tempo.

Poi un'altra cosa che faccio sempre, io praticamente faccio un post almeno al giorno di Web3, quindi mi sveglio, caffè, quelle che sono poi le ore più produttive per me, le dedico a imparare, perché so che quello è il momento migliore.

Tra l'altro sono un grande fan di svegliarsi molto presto, tipo alle 4, alle 5, o quasi sonno, sono le 10 di sera e ho quasi sonno.

Mamma! Capisco benissimo, certo è una bella fatica, però un po' di stimoli le dati.

Io so che non possiamo trattenerci tantissimo, guardavo già l'orologio, siamo già a 46 minuti, ti ho promesso che saremo stati nell'ora, e quindi ci accingiamo a chiudere il nostro episodio con l'ultima domanda e poi il nostro momento tipico e topico del podcast.

Obiettivo ambizioso, creare una grande community.

I numeri già ci sono, talvolta pur essendo un bellissimo contesto, un bellissimo ambiente dove la condivisione abbonda, la tossicità spesso si presenta.

La mia domanda è, ti è mai capitato all'interno della tua community di dover gestire situazioni tossiche? Hai una ricetta per farlo? Ok, allora, prima di tutto, non c'è una singola persona che io conosco sui social che non è mai stata attaccata.

Forse mia nonna, che non ha avuto i social, ma a parte lei, penso che nessuno è immune.

Anzi, ho notato quasi il contrario.

Le persone che tendono a essere forse più buone, che stanno solo lì per i fatti loro, a farsi i loro tutorial, sono quasi un bersaglio.

Sembra sembrare stare a scuola, con i bulli.

Quindi sembra quasi che quel tipo di persona attragga di più di chi magari invece è un po' litigioso, un po' così.

Quindi questa è la prima cosa.

Allora, dal punto di vista della tossicità, non ho grandi cose che mi sono successe, però ho delle persone a cui non sto simpatico.

Sarà che c'è una faccia che non gli piace o qualcosa.

Quindi questa cosa, ovviamente, non sono assolutamente immune.

L'importante è capire che, come dicevo prima, quando stai sui social, tu decidi che cosa vuoi fare con i social.

Per esempio, un amico molto simpatico, ma quando sta su Facebook è una bestia.

Attacca tutti, parla di politica.

Però in realtà dal vivo non è così, o quasi, molto meno.

Quindi alcuni, secondo me, usano i social per, lo so, levarsi l'ansia, lo stress.

Quindi il loro modo, un po' discutibile dal mio punto di vista, ma il loro modo di usare il social è praticamente avere un terapista gratis.

Quindi, ovviamente, sei il loro terapista.

Molto a buon mercato.

Quindi, una volta levato questa, diciamo, io dico sempre la golden rule dei social media, è non prenderla mai sul personale.

Perché io non so cosa ti è successo, non so se ti hanno appena licenziato, ti hanno appena lasciato la ragazza, la moglie.

Quindi io non so.

Soprattutto sui social dove leggi solo testi o leggi solo un commento.

Molte volte c'è anche dietro altri motivi, l'invidia o altre cose.

O semplicemente quella persona ha avuto una giornata no e, non lo so, gli stai sulle scatole perché tu sei riuscito a pubblicare un libro e loro no.

Quindi un po', secondo me, anche questo.

E ci sta, diciamo, bisogna capire che molto spesso la persona non sta attaccando Francesco, ma non gli piace che qualcuno stia facendo qualcosa e tu invece magari ti senti frustrato perché non trovi il tempo, sei malato, sei stressato.

E quindi bisogna avere un approccio, secondo me, quasi paterno.

Questo è l'approccio di solito io ho con le persone.

Fra l'altro ho anche notato che ci sono delle persone che fanno questo proprio di lavoro.

Nel senso, mi spiego un attimo.

Persone che attaccano veramente tutti.

Quindi quando attaccarti a una persona che praticamente attacca tutti, vuol dire che non ce l'ha con te.

Semplicemente dici, ah, adesso c'è questo, boh, non mi piace.

Non c'è nessun ruolo.

E questo ovviamente ci puoi costruire anche un audience sull'odio.

Anzi, l'odio si sa che è un sentimento abbastanza forte.

Quindi il problema qual è? Il problema è che facendo questa, comportandoti in questo modo, che tipo di persone ti seguiranno? Persone a cui piace lamentarsi così.

E quindi poi, dalla mia esperienza, ho visto molte di queste persone poi, magari non subito, però nel tempo poi, o sparire o comunque attaccare le stesse persone con cui...

Perché è normale, se uno si circonda di persone che parlano male degli altri, alla fine parlano male anche di te.

Questo è ovvio perché è un'equazione quasi perfetta.

Quindi ecco, io cerco sempre di evitare le discussioni finché posso proprio.

Non so se tu ti ricordi Bud Spencer.

Cioè che tu sta per i fatti suoi, finché proprio non gli vai a tirare i capelli da dietro, lui non si gira.

Quindi io uso questa tecnica Bud Spencer e per adesso funziona.

Cerco sempre di...

Perché poi alla fine sta a te decidere.

Se tu vogli litigare la mia giornata a discutere con una persona che probabilmente si diverte anche a discutere, non so, per i fan di Game of Thrones, i Dothraki, gli piace combattere, tu non puoi sperare o...

non puoi sperare di combattere con la ragione perché loro sono lì per discutere con te.

Quindi in quel caso non c'è speranza.

Se poi non sei neanche portato per natura a litigare, sei anche in difetto perché forse neanche sai alcune tematiche.

Quindi io ecco, di solito faccio un respiro e decido ok, Francesco, su che cosa ti vuoi concentrare? Parlare con questa persona o fare un altro tutorial? Vado sempre sulla seconda e di solito sono sempre contento perché poi se uno si concentra su creare cose, aiutare qualcuno, parlare nella community, quando poi vai a dormire il giorno dopo ho fatto bene a concentrarmi su quello su cui voglio fare piuttosto che perdere tempo a discutere.

Spero che possa servire a qualcuno perché non lo sappiamo.

Qualcuni quando arrivano sui social questa cosa non la sanno.

Quindi questo è il mio approccio che fino adesso...

Poi alla fine stiamo programmando, c'è JavaScript e Python, non è che abbiamo una fazione politica da difendere.

Sì, ci stanno un po' di fazioni di programmazione, però hai capito quello che intendo.

Ci concentriamo sulla parte educazione ed education.

Tra l'altro da come parli, mamma mia, quanto emerge proprio il tuo background sportivo e si vede che proprio è il valore aggiunto che porti e che ti dà quel turbo boost in realtà si percepisce forte.

Questo è un complimento, almeno dovrebbe esserlo.

Ho visto l'orologio, ormai ci stiamo avvicinando alla chiusura.

Quindi è arrivato il momento del Paese di Balocchi, il momento nel quale i nostri guest condividono con noi e con la community un libro, un video, un talk, qualunque cosa abbia catturato la loro attenzione e valga davvero la pena per loro di essere condiviso qua nella nostra community.

Quindi la mia domanda è, Francesco, cosa ci porti nel nostro Paese dei Balocchi? Mi conduco nel Paese dei Balocchi.

Ah, il Paese dei Balocchi.

Va bene, quando ci incontreremo dal vivo porterò qualcosa di più concreto, tipo una pizza o qualcosa da mangiare insieme.

Visto che adesso stiamo nel podcast, limitiamoci a qualcosa di virtuale, mi dispiace.

Allora, ci sono varie cose.

Io mi sento di condividere una presentazione che ho fatto a Berlino, ne parlavo un po' prima, in cui il titolo è Introverted Developers on Social Media, dove parlo dell'approccio che puoi avere se sei introverso e sei un developer e vuoi stare sui social media, è un po' la mia storia di quello che per me ha funzionato.

Penso che questo possa aiutare molte persone, perché abbiamo questa riconcezione che il fatto di essere introversi ci limiti poi sui social.

Questa cosa non è vera, perché le persone che io conosco che hanno più successo, parlo di programmatori, quindi non parlo proprio di programmatori che poi hanno l'approccio social, sono tutti introversi o persone che comunque facevano molta fatica all'inizio.

Io quello che penso è che avere comunque una presenza social può aiutare molto, probabilmente non sarei qui se non avessi una presenza social, e apre veramente, spalanca le porte ad avere più opportunità, più possibilità, più libertà.

Poi ognuno decide nella sua vita se vuole lavorare tanto, se vuole riposare, vuole lavorare da remoto, vuole avere due lavori, perché ormai col fuso orario potreste avere anche quasi due lavori, forse anche tre.

E quindi, niente, cerco di condividere le mie esperienze, parlo anche di quella differenza tra essere introverso e essere timido, per esempio, quindi è un talk non tecnico che ho fatto, ci sono anche i sottotitoli in italiano, lo so che ormai tutti parlano inglese, però ecco, siccome ne vado fiero perché è uno dei miei pochi contenuti in cui si può anche capire in italiano, se uno vuole.

E niente, quindi poi dopo ti mando il link, ti mando le cose così, e devo dire anche grazie alla mia ragazza che ha registrato alcune parti, quindi non è un quel talk, capito, che è fisso sullo speaker, ma ci sono anche dei pezzi in cui si vedono anche l'audience, le persone che vanno, vengono, quindi diciamo, secondo me quella cosa può servire se uno praticamente non sa cosa fare.

Io faccio sempre talk e contenuti su quello che io avrei voluto vedere tipo due, tre anni fa, ma non l'ho fatto, ho dovuto sbatterci io la testa, quindi questo qua.

Fantastico, questo lo mettiamo nelle note dell'episodio.

Francesco, io a nome di tutta la community ti ringrazio per essere venuto a trovarci.

Come diciamo sempre, Gitbar da oggi è anche un po' casa tua.

So che sei super impegnato, ma quando ti va di bere una birra o hai qualcosa da condividere, se ti fa piacere, vieni a trovarci quando vuoi.

Per te c'è sempre una birra fresca, se hai mille birre o qualcos'altro, insomma, da bere.

Sono un grandissimo fan dell'Icnusa, se ce l'hai, vengo.

Solo se non filtrata.

Non filtrata, Icnusa non filtrata, andata.

Ok, io ti ringrazio di nuovo, ti saluto, grazie, grazie davvero.

Grazie mille, grazie mille.

Yeah, perfetto.

Perfetto.

È stato bellissimo, io devo veramente scappare perché devo ancora cenare.

Quindi ti ringrazio molto.

Anche io, quindi vai.

Vado, però magari sentiamoci nei prossimi giorni, magari ti mando anche un messaggio e ti dico.

Sì, sì, rimaniamo in contatto.

Grazie mille, è stato veramente un onore.

Insomma, sentirei veramente a casa.

E basta.

Ci sentiamo, ciao.

Ciao, ciao, Francesco, grazie di cuore.

È stato un bellissimo episodio, sono veramente felice di aver avuto Francesco qua ai microfoni di Gitbar.

Tra l'altro, questo parlare di social mi ha un po' stimolato.

Magari avessi più tempo per presidiare, essere attivo all'interno dei social, ma ahimè, il mio tempo ormai è veramente limitato.

Anche se, devo dire che la tentazione di riprovarci, di provarci, insomma, è tanta.

Detto questo, io vi ricordo rapidamente, se non l'avete ancora fatto, riscrivetevi nel gruppo Telegram, iscrivetevi, mi raccomando, se non l'avete ancora fatto.

Io so che molti di voi non l'hanno ancora fatto, ne mancano veramente pochi, e riusciamo ad arrivare a mille persone.

Ci siamo quasi, dai.

Se non vi siete iscritti, è un posto dove condividiamo le nostre conoscenze, ci chiacchieriamo, parliamo, ci confrontiamo su problemi differenti.

Insomma, è veramente un bel bar virtuale.

Aggiungo anche che, se avete piacere di supportare Gitbar, potete fare una donazione, trovate il link alla voce supportaci nel nostro sito, e nient'altro.

Io non posso che darvi appuntamento alla prossima settimana.

Ciao! Gitbar, il circolo dei full stack developer.

Una volta a settimana ci troviamo davanti a due birre, e con Brain Repo parliamo di linguaggi e tecniche di sviluppo web, di metodologie e di strumenti immancabili che sono alle cassette dell'attrezzi dei full stack dev..